Tanto vivo, quanto morto
Scrivere di RDR 2 risulta molto complesso perché potrei scrivere migliaia di righe parlando di come le varie meccaniche di gioco siano state piegate e irrigidite per avvalorare l'aspetto cinematico del gioco a discapito di quello ludico.
Di come sia uno spreco avere un mondo così tanto vivo e dettagliato in cui il tuo unico modo di esprimerti uscendo leggermente dai binari sia sparando e depredando.
Del fatto che Rockstar continui a trattare i suoi giocatori come dei ritardati che se non hanno un puntino da seguire sulla mappa non sappiano dove andare e se non hanno una finestra di dialogo che gli spiega per filo e per segno che tasti premere non sappiano neanche cosa fare tra un puntino e l'altro.
O di come questo sia l'ennesimo Open World che non si basa sui sistemi ma solo sul volume di contenuto, Dio benedica Zelda.
Ma la verità è che una volta terminata questa disamina così articolata e dettagliata, spiegando a 360 gradi il mio parere tecnico riguardante RDR 2, avrei comunque dimenticato di parlare di quello che è veramente questo gioco.
Probabilmente è tutta colpa del mio animo così fortemente legato alla natura, probabilmente sarà colpa dei miei viaggi che mi hanno portato a conoscere quelle poche terre selvagge e incontaminate ancora presenti nel mondo, ma giocare a RDR 2 per me è stato come entrare in una macchina del tempo.
Passeggiare a cavallo per terreni incontaminati, passare giorni senza vedere nessuno, doversi procacciare il cibo e vivere come ospite nel mondo di frontiera creato da Rockstar mi ha fatto veramente comprendere gli ideali di libertà che la gang Van Der Linde promulga e del perché Dutch, in particolare, odiasse così tanto la rigidità e la limitatezza della civiltà industriale che si va a instaurare col passare del gioco.
Il cambiamento gente, questo gioco è semplicemente la metafora del cambiamento.
Tante persone che lavorano, che vivono sicure, che hanno tutto a portata di mano, tutto in cambio della libertà personale e della bellezza della natura incontrastata e incontaminata.
Questo è quello che è capitato al mondo e questo è quello che viene raccontato in questa opera.
Giusto? Sbagliato? Probabilmente entrambi, ma il vero colpo da maestro di Rockstar è stato presentare personaggi umani, credibili e che nonostante molte volte sfocino nell'estremizzazione, risultino comunque comprensibili.
Quando vedrete Dutch impazzire perché la sua libertà e il suo mondo gli sarà portato via dai grandi industriali Americani lo biasimerete se decide di diventare un criminale che uccide senza remore?
O biasimerete John quando dopo anni di colpi da migliaia di dollari andrà a spaccarsi la schiena in un Ranch rinunciando alla sua identità per 40 centesimi al giorno solo per dare un futuro a suo figlio?
Questo è quello che voglio da prodotti di qualità, domande senza risposta, spunti che col tempo crescono e si radicano dentro ognuno di noi, crescendo poi a seconda del nostro vissuto e delle nostre idee.
Sono grato che Rockstar abbia provato ad inserire un messaggio così profondo in un gioco così commerciale, il grande pubblico probabilmente eleggerà questo gioco a capolavoro solamente per il suo realismo o per la sua accuratezza nei dettagli, ma grazie a Dio sono riuscito a trovare qualcosa anche per chi, come me, non si ferma al primo strato.
Ps: Si insomma in sto gioco ci sono le montagne e la neve e nel primo no, quindi si becca quasi 9.