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Destiny 2 – La Maledizione di Osiride – Recensione

Tre cose sono sicure nella vita: le tasse, la morte e i DLC di Destiny. Il secondo capitolo della serie Bungie non fa ovviamente eccezione con un season pass che già prevede due pacchetti aggiuntivi, il primo dei quali è appunto La Maledizione di Osiride, che tenta di riconquistare i fan delusi da alcune scelte della software house, nonostante Destiny 2 si sia comunque rivelato un titolo eccellente.



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Di male in peggio



La maledizione, più che nel titolo, sembrava essere collegata proprio all'espansione che Bungie ha avuto non pochi problemi a lanciare sul mercato. Alle già accennate critiche degli utenti in merito a un end-game non all'altezza del predecessore, si sono accodati problemi vari come la cancellazione dell'ultimo livestream del DLC. Il contenuto legato a Osiride, nonostante tutto, ce l'ha fatta. Il vero problema però non è più il passato né tanto meno il presente, ma il futuro, che va infatti cambiato con il nostro aiuto.



La Maledizione di Osiride si colloca, temporalmente, dopo gli avvenimenti narrati da Destiny 2 e introduce appunto il leggendario Guardiano, il cui Spettro verrà ritrovato da alcuni seguaci di Ikora e spingerà lo stregone a mandarci in una missione di ricerca del suo leggendario maestro.



Per ritrovarlo sarà necessario esplorare il nuovo pianeta giocabile di questa espansione, Mercurio, e affrontare una serie di missioni intense e coinvolgenti che mostreranno in modo ancora più marcato come Bungie stia puntando tantissimo sulla lore del gioco, trascurata nel primo capitolo e intensificata già nella campagna principale di Destiny 2.





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Preferisci il mare o la montagna?



Se Sagira, lo spettro guida di Osiride, fosse perfettamente funzionante, ritrovare il Guardiano non rappresenterebbe un grosso problema. Sfortunatamente l'entità è stata danneggiata durante uno scontro e il primo compito del nostro eroe sarà ripararla per riuscire a capire finalmente dove il maestro di Ikora sia finito.



Si tratta ovviamente di un passo introduttivo che ci permetterà di mettere piede su Mercurio e addentrarci in quella che è la nuova zona esplorabile del DLC, ossia la Foresta Proibita. Questo spazio extradimensionale è infatti una struttura procedurale creata dalle menti dei Vex e utilizzata per generare infinite possibilità di futuro per trovarne una in cui queste cibernetiche creature possano dominare incontrastate.



Quella messa in piedi da Bungie è un'ambientazione non del tutto nuova (Pyramidion vi suona familiare?) ma sicuramente azzeccatissima e realizzata in maniera magistrale, che permetterà al giocatore di sentirsi davvero immersi in una realtà parallela, aiutato anche da varchi in stile Stargate e dall'aspetto cibernetico che riuscirà a mischiare uno stile spiccatamente sci-fi con uno molto più antico.



Nulla invece di realmente nuovo sotto il fronte del gameplay, con lo stile della campagna principale ripreso in toto in questa espansione che nulla aggiunge, se non una serie di armi speciali e Mercurio come (piccola) area esplorabile in cui potremo prendere parte anche a una serie di eventi pubblici tutti nuovi.



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24 dicembre 2017 alle 21:20

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