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Kojima ha una sua teoria sulla differenza di voti dati a Death Stranding tra USA e Europa

Probabilmente Hideo Kojima, durante lo sviluppo di Death Stranding, era già perfettamente consapevole di star lavorando a un prodotto particolare, inteso come differente da qualsiasi altro videogioco, e che quindi avrebbe creato divergenze tra le opinioni di critica e pubblico: c'è chi l'ha odiato, chi l'ha portato a termine annoiandosi o chi l'ha adorato alla follia diventando quasi come i Muli all'interno del gioco, dipendenti dal consegnare pacchi di ogni tipo.



In una intervista al New York Times, il game director giapponese si è soffermato sulla questione rispondendo a una domanda dell'intervistatore, che gli ha fatto notare la differenza tra i voti della stampa videoludica europea e quella americana, citando anche il voto di 6.8 assegnato al suo nuovo gioco da parte di IGN USA: “Negli Stati Uniti sono abituati a giocare titoli sparatutto o comunque con una forte componente action, probabilmente Death Stranding non fa molto per i giocatori americani, ci sta.”



In seguito, Kojima ha fatto notare come anche lo stealth dei suoi Metal Gear, oggi tra i generi più amati del settore, inizialmente non era stato ben accolto da tutti, e ha affermato di vedere Death Stranding allo stesso modo: “Tra tre o cinque anni vedremo cosa ne penseranno“, ha detto in riferimento alle persone che non sono riuscite ad apprezzare il viaggio di Sam Porter Bridges.



Death Stranding è disponibile dallo scorso 8 novembre su PlayStation 4 (qui la nostra recensione), ma dal prossimo 2 giugno lo sarà anche su PC.

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5 marzo 2020 alle 16:10

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