Hype che Passione: Death Stranding 2 On The Beach
Ammettiamolo, amici di Press-Start.xyz: ci sono date segnate in rosso sul calendario del gamer, e poi ci sono notti indimenticabili. Quella in cui il timer sulla dashboard segna zero, e tu, con la schiena dritta e il controller quasi incandescente, sei pronto a tuffarti. Per molti di noi, l'inizio di Death Stranding 2: On the Beach è stata proprio una di quelle notti. L'orologio segnava la mezzanotte, il mondo dormiva, ma il tuo viaggio… beh, il tuo viaggio era appena iniziato con un sonoro “Avvia Gioco!”. E fidatevi, la trepidazione aveva l'odore di leggenda.
I Primi Passi nel Sogno (o Nell'Incubo?)
Quando l'immagine si è materializzata, un brivido familiare ci ha percorso la spina dorsale. Quella sensazione di “essere a casa”, ma in una casa che nel frattempo ha fatto il lifting e ti guarda con occhi nuovi e, forse, un po' minacciosi. I primi passi sono un misto di euforia da esplorazione e quella sottile, piacevole ansia da prestazione: “Sarò all'altezza del mio ruolo di corriere interdimensionale? Ho abbastanza batterie per il mio… ehm… zaino super tecnologico?”.

fonte PlayStation Blog
Fin da subito, il gioco ti prende per mano (o ti carica lo zaino, a seconda dei punti di vista) e ti invita a guardarti intorno. C'è un'immediatezza nelle prime azioni, una fluidità ritrovata nel sistema di gestione dell'equipaggiamento che, pur richiamando il suo predecessore, sembra quasi dirti: “Sì, ti ricordi come si fa, ma adesso gioca sul serio!”. È come ritrovare la tua bicicletta di quando eri bambino, ma con il cambio automatico e i cerchi in lega. Divertente, no?
Il Cammino del Pensatore: “Dobbiamo Davvero Connetterci?”
Ed ecco che, mentre ti muovi tra questi panorami mozzafiato (e a volte mozzafiato per la fatica!), inizia a farsi strada quella domanda che ci ha tormentato fin dai primi trailer: “Dovevamo davvero connetterci?”. Non è una frase buttata lì, è un vero e proprio prompt filosofico che Hideo Kojima ti lancia addosso come un pacco particolarmente pesante, e tu, da buon corriere, devi portartelo dietro per tutto il viaggio.
Questo quesito non è solo un dettaglio di trama; è il cuore pulsante dell'esperienza psicologica che il gioco promette. Ogni passo, ogni consegna, ogni incontro, ti spinge a riflettere sul significato della connessione umana, sulla sua necessità, ma anche sui suoi costi. È come un viaggio di introspezione mascherato da epopea post-apocalittica. Ti ritrovi a pensare: “Ma io, nella vita vera, connetto abbastanza? O sono più tipo ‘lasciatemi solo con la mia pizza e il mio divano'?” Il gioco ti fa interrogare, e lo fa con una leggerezza che ti strappa un sorriso, ma con una profondità che ti scuote.

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L'Arte del Viaggio: Cinema, Note e Brividi
Parliamoci chiaro: Kojima è un cinefilo prestato ai videogiochi, e Death Stranding 2 è la sua nuova pellicola interattiva. Il cast stellare, con volti che sembrano usciti da un blockbuster e altri che ti faranno esclamare “Ma questo lo conosco!”, è un invito a goderti lo spettacolo. Le loro interpretazioni promettono di dare vita a personaggi che non si limiteranno a comparire, ma che accompagneranno il tuo cammino, nel bene e nel male, lasciandoti sempre un “Ma cosa succederà adesso?” sulla punta della lingua.
E poi, la musica. Ah, la musica! Se nel primo capitolo era già un personaggio a sé, qui sembra aver fatto un master in “empatia sonora”. Ogni nota non è solo un sottofondo, ma un'emozione che ti avvolge, una bussola che ti guida attraverso tempeste emotive e panorami desolati. Ti farà venire la pelle d'oca, ti farà sorridere, e magari ti ritroverai a canticchiare il tema principale mentre fai la spesa. È un'esperienza multisensoriale che eleva il viaggio a un'opera d'arte.

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L'Hype Vola Alto: Verso la Recensione Completa!
Quello che abbiamo vissuto finora è solo l'antipasto di un banchetto epico. Il gioco promette di essere un'evoluzione, non una rivoluzione, smussando gli angoli del suo predecessore e rendendo l'esperienza ancora più coinvolgente e accessibile. Ci aspettano ore e ore di scoperte, di battaglie, di consegne impossibili e, soprattutto, di riflessioni.
Il mondo di gioco, già nei primi frangenti, si conferma affascinante e pieno di quell'incantevole angoscia che ti tiene incollato allo schermo. Sarà un cammino lungo, a tratti faticoso, ma la promessa di un finale sontuoso, epico e magnificamente estenuante è un carburante inesauribile per il nostro hype.
Quindi, se anche tu hai iniziato la tua avventura a mezzanotte, o se stai per farlo, preparati. Preparati a essere conquistato, a sentirti parte di qualcosa di grande. Hideo Kojima ci ha ricordato ancora una volta il potere del viaggio, e noi siamo pronti a seguirlo fino alla fine. E quando avremo macinato tutti i chilometri, consegnato ogni pacco e sciolto ogni dilemma morale, state certi che torneremo con la recensione completa qui su Press-Start.xyz.
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alfaalex
Io che devo ancora giocare al primo, e senza accorgermene ne ho addirittura comprate due copie.