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Ratshaker – Recensione Speedrun

Il protagonista della nostra recensione, l'eccentrico Ratshaker, è tutto fuorché un gioco ordinario. Sviluppato da Sunscorched Studios e pubblicato su PlayStation più di sei mesi dopo l'uscita su PC, questo titolo punta a ritagliarsi una sua precisa nicchia di fan. Se siete desiderosi di scuotere e strizzare un ratto, siete nel posto giusto.



Shake the Rat



Campagna, una distesa gialla senza fine. E la vostra mano, che stringe un ratto parlante. No, non si tratta di qualche strano sogno premonitore, ma dell'incipit di Ratshaker. Catapultati in questo panorama dalla vastità disorientante, una gutturale voce fuori campo ci dirà cosa dovremo fare. Scuotere il topo che abbiamo in mano, poi provare a strangolarlo. Due richieste semplici, che si rivelano gli elementi portanti del gioco. Mentre ci accaniremo sul roditore, il panorama attorno a noi cambierà.



Potremo entrare in una casa, con un solo comando: “Find it”, trovalo. Trovare cosa? Non è da subito dato saperlo: potrebbe essere una televisione da accendere, un modo per aprire una stanza o chissà cos'altro. In tutto questo, dovremo continuare a strizzare e agitare il topo, che tra un urlo e un gorgheggio soffocato ci lancerà commenti subdoli ed enigmatici. Non possiamo cambiare ciò che è stato fatto, possiamo solo riviverlo. Non vogliamo addentrarci ulteriormente nella trama di Ratshaker, ma possiamo dirvi che molto presto si rivelerà ben più matura di quanto potete immaginare.



Dietro un gioco apparentemente delirante si cela infatti la volontà di raccontare una storia oscura, come testimoniato anche dai cambi di scenario. Vivremo infatti un loop senza fine all'interno della casa, sullo stile di quanto visto nell'osannato PT e in molte altre opere. Certo, le differenze rispetto all'opera di Kojima sono notevoli e l'elemento horror non è così marcato. Ratshaker regalerà per, a chi li saprà cogliere, momenti davvero tensivi.



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Il gameplay di Ratshaker



Se quindi la trama è un elemento decisamente importante, lo stesso non possiamo dire per le meccaniche di Ratshaker. Di fatto, dovremo come detto agitare e strangolare il ratto che abbiamo in mano. Per la prima mossa dovremo premere R2 e potremo scegliere se scuotere il DualSense o usare la levetta destra. Per la seconda, basterà tenere premuto L2. Queste due abilità ci permetteranno anche di proseguire: strozzando interagiremo con l'ambiente, aprendo porte e attivando elementi, mentre agitando ricaricheremo la nostra barra di azione. Tutto è molto ripetitivo, tanto che dopo una manciata di minuti inizierete a mal sopportare lo scuotimento, abbinato alle strane grida del ratto.



Certo, la curiosità di scoprire ogni risvolto dell'oscura storia del protagonista potrebbe prendere il sopravvento, ma tutto sta al singolo giocatore. Questa è senza troppo dilungarsi la natura di Ratshaker, un gioco fatto di voci gutturali, stanze coperte di sangue e nenie martellanti, pronte a insinuarsi nel nostro cervello. Un'opera per certi versi disturbante, che come detto non tutti potrebbero digerire o apprezzare. Quello che è certo è che si tratta di un prodotto particolare, riservato a una piccola nicchia. Il prezzo contenuto è una chiara scelta per non gettare fumo negli occhi: l'esperienza è commisurata alla cifra, seppur con la volontà di proporre qualcosa che non sia solo un semplice money grabber.



Anche a livello tecnico, Ratshaker si dimostra coerente con le sue idee. Una visuale in prima persona con un pugno che stringe un topo, uno stile retro con tanto di filtro VHS e ambientazioni non certo ricche di dettagli come quelle di un Tripla A, ma funzionali alla proposta. La longevità è molto contenuta: parliamo di mezz'ora per un walkthrough completo. Questo spiega anche perché il titolo non abbia alcun metodo di salvataggio. Se vorrete finirlo, dovrete farlo in un'unica sessione e, in caso di fallimento (ma non vi diciamo altro) dovrete ricominciare.



Il Platino di Ratshaker



Al momento della pubblicazione della nostra recensione non è stato ancora possibili visionare la lista trofei di Ratshaker. Il nostro gameplay ci ha però permesso di ottenere le stesse ricompense già viste su PC. Dovremo scuotere e strozzare il ratto (incredibile ma vero), così come completare il gioco e scoprire alcuni percorsi secondari. La domanda più intrigante è però se dopo aver completato ogni richiesta verremo ricompensati con uno scintillante Platino. Voi pensate che il team farà ai giocatori questo regalo?




L'articolo Ratshaker – Recensione Speedrun proviene da PlayStationBit 5.0.

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14 giugno alle 17:10

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