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Cover Final Fantasy XII: The Zodiac Age per PS4

Ottime innovazioni ma una base problematica

10 anni dopo Final Fantasy XII ritorna a far parlare di se con la riedizione in Hd della versione International Zodiac Job System in origine esclusiva giapponese. Cominciamo subito col dire che sia a livello grafico che sonoro questo capitolo è a dir poco eccezionale, filmati che potrebbero quasi competere con Advent Children, una grafica ingame che grazie all'HD è più bella che mai e una colonna sonora che per quanto sia troppo ambient per essere memorabile è comunque di grande effetto. Ma le innovazioni non sono solo nel comparto tecnico ma il gameplay è radicalmente diverso dall'originale, principalmente il job system suddivide la tavola delle licenze in 12 classi ciascuna con le sue specializzazioni e possiamo assegnarne due a ciascun personaggio, incentivando tantissimo la rigiocabilità e la sperimentazione con diverse combinazioni, il job system riesce a dare a ciascun personaggio un'identità che secondo me non era presente nella versione originale ed è la modifica che più apprezzo. Le apoteosi sono adesso separate dagli MP così da poter essere utilizzate senza dover perdere le magie, un cambiamento necessario in quanto nell'originale il costo per resa delle apoteosi era troppo alto. Un altra importante modifica è la possibilità di modificare i gambit degli ospiti in particolare controllare direttamente gli Esper! Il controllo diretto ci permette di utilizzare subito la loro tecnica finale senza dover sottostare ai loro gambit eliminando così stipulazioni stupide come Zodiark il quale utilizzava la sua tecnica finale solo con l'intero gruppo in status pietrosi, peccato che gli esper più potenti siano boss opzionali molto tosti e i pochi esper che ci verranno regalati durante la storia non possiedono tecniche particolarmente potenti, di conseguenza non li ho comunque utilizzati. Nonostante le innovazioni il gameplay rimane il solito stile automatizzato tramite i gambit che ci permetteranno di programmare l'IA dei nostri personaggi come fossero dei bot, un sistema molto avanzato e soddisfacente nel momento in cui riesci a creare un gruppo completamente autonomo, ma che ti fa sentire come se il gioco si stesse giocando da solo, una sensazione che a molti giocatori non piace unita ad un sistema che per un neofito del genere potrebbe anche sembrare troppo articolato. Ma parliamo ora del punto dolente del gioco, la sua storia! Tra i fuochi della costante guerra tra gli imperi di Archadia e Rozaria, nasce il piccolo regno di Dalmasca il quale è sotto le mire espansionistiche di Archadia. Durante la firma di un trattato di pace, il re di Dalmasca viene assassinato e il regno diventa così parte dell'impero. La legittima erede al trono Ashe vive nascosta nella resistenza, considerata morta e priva in alcun modo di reclamare il trono. Tutto cambierà quando farà la conoscenza di Vaan, un ragazzo dei bassifondi di Rabanastre e la coppia Balthier e Fran due aviopirati. Nonostante gli screzi iniziali il gruppo finirà col mettersi in viaggio per salare Dalmasca ed evitare così che diventi il nuovo suolo di guerra nel costante conflitto tra Archadia e Rozaria. Una storia sostanzialmente semplice che a tratti mi ha ricordato molto Star Wars e per quanto personaggi come Ashe, Balthier, Basch, Gabranth e Vayne siano molto intriganti, il tutto viene meno per colpa dell'incompletezza della storia. Yasumi Matsuno scrittore del gioco ha avuto parecchi problemi di salute durante lo sviluppo che lo costrinsero a lasciare lo sviluppo per questo ci sono tanti punti nella storia che sembrano persi su se stessi, minacce, personaggi, situazioni che sembrano dover giocare un grande ruolo alla fine del tutto, gettate da parte da come il gioco all'improvviso finisce senza troppi complimenti. L'inclusione di personaggi come Vaan e Penelo che vengono quasi spacciati per protagonisti per poi diventare personaggi di sfondo, rende la pillola ancora più amara. A conti fatti non la ritengo una brutta storia nonostante le sue carenze e ha i suoi bei momenti ma rimane comunque la sensazione d'incompletezza generale che ti lascia pensare a cosa sarebbe potuto essere se Matsuno avesse potutto finire, purtroppo non si può giudicare quello che poteva essere, solo quello che abbiamo. A conti fatti Final Fantasy 12 rimane un ingresso problematico nella serie e dopo averlo rivisitato i suoi difetti mi sono parecchio evidenti. Potrei consigliarlo ad un giocatore medio? Non saprei, il suo gameplay richiede troppo un gusto particolare per essere apprezzato e la storia incompleta non aiuta, fan storici della saga si troveranno spiazzati dal tono completamente diverso rispetto ai precedenti. Forse coloro che riusciranno ad apprezzare di più questo gioco sono gli amanti di Final Fantasy Tactics, che si ritroveranno ad esplorare di nuovo le vaste distese di Ivalice, ma bisogna vedere se apprezzeranno il cambio di genere. Insomma, approcciate con cura, io sicuramente l'ho apprezzato!