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dante1923

ha scritto una recensione su Need for Speed Underground 2

Cover Need for Speed Underground 2 per PC

Recensione need for speed Underground 2: Il migliore di tutti.

Non ho paura di dire che need for speed underground 2 sia il miglior gioco di macchine arcade che sia mai stato creato e ora vi spiegherò perché sostengo questo con la mia recensione.
Nel 2003, cavalcando l’onda delle corse clandestine e delle macchine truccate e coatte all’estremo, esce need for speed underground.
Una ventata di aria fresca per la serie ed un gioco che riesce ad incarnare lo spirito degli appassionati di auto del tempo.
Dopo il suo grande successo, e spinto dalla concorrenza di Midnight Club, esce need for speed underground 2 nel 2004, il primo episodio della serie open world, che segna un punto di non ritorno nella serie, nonché il suo punto più alto.

Un pilota qualsiasi in una città enorme.

Arriviamo a Bayview, una città che vive di corse, piena di piloti da sfidare, neon in ogni strada e scorci degni di una città da sogno.
Noi impersoniamo un pilota che dopo un incidente si trasferisce in questa nuova realtà per affermarsi come il pilota esperto che è.
La trama, pur essendo un semplice collante per le nostre corse, è simpaticamente raccontata con filmati a fumetti carini da vedere, anche se non ci troviamo davanti a nulla di approfondito.
Possiamo cimentarci nelle classiche gare sprint e circuito, sfide di drift a punti, gare sparo per spingere al massimo il nostro bolide, le sfide street X che si disputano su circuiti stretti e tecnici e infine le competizioni URL (underground racing league) che sono gare su circuiti chiusi ed autorizzati che servono a mandare avanti la trama e il completamento del gioco.
Andando avanti sbloccheremo anche nuove zone della città, molto variegate per ambientazioni e tipi di strade, e con queste gli sponsor che ci daranno delle gare da completare per accaparrarci quantità di denaro più sostanziose.
Per i più curiosi, si possono trovare gare nascoste in tutta la mappa, più lunghe di quelle classiche ma più remunerative.
Mentre corri per le dense strade della metropoli però tieni gli occhi aperti, infatti i lampioni colorati che si posso trovare conducono ai negozi di personalizzazione che sono nascosti e vanno individuati per essere raggiunti sulla mappa.
Ogni negozio vende una serie precisa di personalizzazioni e i pezzi più aggiornati vanno sempre comprati nelle zone scoperte per ultime.
Potrà sembrare una meccanica inutile oggi, ma ai tempi dell’uscita di questo gioco era un grande incentivo all’esplorazione di una mappa bella come nessuna.

La tua personalissima auto.

Underground 2 riesce in qualcosa di assolutamente spettacolare per un appassionato di auto.
Montando pochi pezzi alla volta infatti e aggiornando continuamente la propria auto si finisce per sperimentare un senso di legame ed appartenenza con il proprio mezzo che nessun altro gioco è in grado di regalare.
Vincendo gare e aggiornando la propria build potremmo sviluppare un auto che rispecchia perfettamente il nostro gusto e la nostra personalità.
Le modifiche oltre quelle prestazionali vanno da pezzi di carrozzeria a cerchioni, alettoni, tinte per vetri, neon, vinili, rotori, portiere a forbice, impianti nel baule e molto altro ancora.
A tutto questo si unisce un sistema di valutazione che sarà necessario soddisfare per progredire nel gioco, montando sempre i pezzi più aggiornati e tamarri che i negozi ci forniscono.

Tanta velocità e divertimento.

Questo Underground propone un sistema di guida che non si discosta molto da quelli visti in passato, anzi risulta in un evoluzione di un arcade molto semplice da imparare ma impegnativo da padroneggiare.
Ogni auto ha un suo peso specifico, maneggevolezza e specifiche diverse e la differenza si sente tutta passando da un audi tt a una lancer evo.
Per questi motivi questo sistema di guida diverte molto chi non ha mai messo mano alla serie, e può offrire sfida a chi cerca pulizia e tempi sul giro sempre ottimali.
L’unica piccola pecca che si può denotare potrebbe essere uno scarso senso di velocità nelle prime fasi di gioco con auto stock, ma è un difetto che si attenua dopo il completamento di poche gare e non intacca la godibilità del ritmo del gioco.

Conclusioni.

Questo è il capitolo assolutamente più riuscito di un franchise che oggi ha perso il suo smalto.
Un titolo godibile dagli appassionati di auto come da chi non ha mai giocato ad un gioco di corse.
Altamente rigiocabile ancora oggi, offre centinaia di ore di divertimento e varietà per tutti coloro che si faranno catturare da Bayview.

9.8

Voto assegnato da dante1923
Media utenti: 9.3

dante1923

ha scritto una recensione su Need for Speed: The Run

Cover Need for Speed: The Run per Xbox 360

Need for Speed: The Run, che cosa sei?

Amo Need for Speed da sempre, è stata una delle prime serie che abbia mai giocato e mi ha cresciuto, in tutte le sue iterazioni, e l’ho amato per tutta la mia vita, anche ora che il destino della saga sembra quasi spacciato.
Se però dovessi valutare la serie con spirito più critico e oggettivo ecco che nascono parecchie perplessità, ed oggi voglio esaminare uno dei pochi titoli che non avevo mai giocato e che ho recuperato a quasi sedici anni dalla sua uscita.

Need for Speed The Run mi ha sempre incuriosito, la grande corsa, un viaggio avvincente e lungo e il taglio cinematografico della serie lo rendono subito riconoscibile, ma già qui nasce la prima questione che andrebbe chiarita.
Questo infatti è un gioco di corse, non un gioco di auto, come potrebbe essere Underground 2, Prostreet oppure Heat.
Dico questo per il modo in cui si vive l’avventura, cioè guidando e basta, non che questo sia un difetto, ma lo rende una forma di intrattenimento basata più sull’azione, e che quindi mette in secondo piano il senso di appartenenza che il giocatore sente con la sua auto virtuale.
Per fare altri esempi analoghi, Most Wanted 2012 e Hot Pursuit, sono giochi di corse più che giochi di auto.
Fatta questa premessa si può iniziare la recensione.
Noi impersoniamo Jack, un pilota clandestino che partecipa alla corsa, un enorme gara clandestina che attraversa tutti gli stati uniti, con la speranza di vincere l’enorme cifra in palio per risolvere il debito contratto con la mafia.
Una volta partiti saremo sempre in viaggio, senza soste, scalando posizioni per arrivare per primi al punto di arrivo concordato con tutte le altre centinaia di auto rivali.
Parlando della trama, questa non pretende di essere qualcosa di troppo approfondito, infatti vedremo pochissimi personaggi, senza nessuna scrittura, che fungono da rivali ed alleati ma che di fatto non sono così incisivi nelle vicende.
Il concetto della competizione come una lunga corsa clandestina invece è intrigante e rimane coerente con l’animo ribelle che la serie ha da sempre.
Ciò che più può lasciare un bel ricordo nel giocatore sarebbe il senso di viaggio e l’alternanza delle bellissime location degli stati uniti e i momenti scriptati di grande azione, per altro anche a piedi ogni tanto.
Siamo in un gioco di corse però, dunque si corre? Si, e anche bene.
Il sistema di guida è il solito arcade alla quale la serie ci ha abituati, divertente e semplice, ma anche il grado di premiare chi padroneggia il proprio mezzo, dunque una via di mezzo molto piacevole che denota una discreta cura in fase di allestimento, anche se nulla che faccia urlare al miracolo.
Il parco auto è abbastanza vario ma qui si denotano diversi difetti.
Lasciando da parte il tuning estetico molto scarso, e quello prestazionale del tutto assente, durante la carriera le auto che potremmo guidare non sono nemmeno metà di quelle presenti nel gioco, e questa presa di posizione degli sviluppatori lascia molto l’amaro in bocca.
Oltre alla grande corsa infatti, c’è solo la possibilità di ripetere di scenari in modo separato per migliorare i propri tempi e gareggiare un po', e solo qui potremmo scegliere la nostra auto direttamente dal parco completo.
Se a questo si unisce una longevità complessiva che a difficoltà media arriva a stento a otto ore, non si è incentivati alla rigiocabilità in modo estremo, contrariamente a come accadeva in episodi passati della serie.
I modelli poligonali delle auto comunque sono ben fatti e ricchi di effetti di danneggiamento e ambientali, come anche gli scenari, ben allestiti, vivi e spettacolari da percorrere.
La colonna sonora si tiene in piedi solo grazie alla presenza di brani dinamici realizzati apposta per le corse, perché poi le tracce sono poche e discrete.
Ciò che conclude l’esperienza di gioco però è cosa si prova alla fine dell’avventura, dopo aver sconfitto il boss di turno e aver finito il gioco, non ci si sente appagati come ci si aspetterebbe da un Nfs degno di questo nome, ma la sensazione è quella di aver preso parte ad una lunga demo, e di voler fare altro, che però questa produzione non offre.

La mia conclusione? Bene, ma non benissimo.
Si vede che questo titolo sia nato negli anni bui della serie, quando questi giochi uscivano solo per vendere, ma ciò non giustifica un gioco banale e scarno.
Non è un brutto gioco, ci si diverte guidando, gli scenari e le situazioni più adrenaliniche divertono, ma manca della sostanza, manca una motivazione data al giocatore per passare ore e ore su questo gioco per amarlo e sviscerarlo.

Tante buone idee, eseguite con sufficienza.

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