Ecco perché Nintendo ha rinunciato ai Dungeon classici in Zelda: Breath of the Wild
Il game director Hidemaro Fujibayashi, autore del capolavoro su Switch, The Legend of Zelda: Breath of the Wild (qui la nostra recensione), ha spiegato i motivi che hanno portato Nintendo a non introdurre all'interno della struttura di gioco i dungeon classici.
Queste le dichiarazioni di Fujibayashi: “Nei capitoli precedenti di Zelda ogni dungeon era molto, molto lungo, e dal momento che questo gioco presenta già un mondo enorme da esplorare, abbiamo pensato al ritmo del ritrovamento di Sacrari, mentre i giocatori erano impegnati a conoscere il territorio“, esordisce Hidemaro.
“Quando lo abbiamo calcolato, abbiamo avuto un numero di circa 100 o più Sacrari. Quanto alle dimensioni, invece, abbiamo pensato che forse fare dungeon particolarmente lunghi avrebbe richiesto troppo tempo. I giocatori avrebbe dovuto impiegare molte ore all'interno di questi, quindi abbiamo pensato che un Sacrario ogni dieci minuti circa di gioco fosse un quantitativo accettabile“.
“Forse non sarebbe stato abbastanza per un gioco di Zelda, quindi abbiamo deciso di incorporare un grande dungeon, magari uno che fosse in grado di muoversi o che avesse cambi di gravità, ed è così che abbiamo pensati ai Colossi Sacri“, conclude il game director.
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