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Perché Keanu Revees ha vinto l'E3 e Avengers non ci è riuscito - editoriale

L'E3 rappresenta presumibilmente tutto ciò che è nuovo e molto spesso anche ciò che è vecchio. L'E3 guarda al futuro, ma è attenta a invocare il passato. Più si invecchia, meno tempo si ha per i giochi, dicono, ma il tempo che abbiamo trascorso con i videogiochi è avvolto e coccolato dalla memoria.



E l'E3 questo lo sa. I proprietari delle piattaforme, quando preparano le loro grandi conferenze, sanno che il loro focus non è composto soltanto dagli avversari, ma anche dalle loro stesse performance degli anni precedenti. Un brutto show può ricalibrarti per gli anni a venire. Una bella presentazione è qualcosa d'insuperabile. A metà del ciclo di conferenze dell'E3, mi sono reso conto di avere, in realtà, dei miei momenti preferiti dell'E3. Strano, considerando che non sono mai stato veramente sicuro di amare molto questo evento. Però c'è stata la rivelazione di Twilight Princess e Miyamoto con la sua spada e il suo scudo. C'è stato Crackdown 2, annunciato all'improvviso con un unico e luccicante ping in un teatro oscurato. C'è stato Mizuguchi (e questo è stato il massimo) con i guanti bianchi alla regia di Child of Eden: un inchino veloce al pubblico e un occhiolino, immagino perché tutti sapevamo che ci sarebbe stato Rez e Rez è ritornato ancora una volta da noi. In realtà, ho avuto persino una certa predilezione per Pac-Man Versus ai tempi. Sembrava così scatenato nella sua goffaggine, un'apertura verso un vecchio genere di giochi, una nuova prospettiva di un classico che non eravamo più davvero abituati a vedere.



Ho dei momenti in cui mi concentro solo sulle cose nuove, ovviamente. Ma una volta, quando mi sono messo ad analizzarli, mi sono accorto non essere così tanti quanto mi sarei aspettato. E poi c'è quella frase: una certa predilezioni. La nostalgia è una cosa potente, ma funziona modificando le emozioni che di per sé non sembrano potenti. Affetto, malinconia. Ciò che queste emozioni possiedono, penso, sia un calore umano: sono vicine al cuore. E lì restano.



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19 giugno 2019 alle 17:00