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Giochi rinviati, sviluppatori felici - editoriale

"Migliorare la qualità dell'esperienza". "Ottimizzare il motore di gioco". "Ci serve più tempo". Sono alcune delle espressioni che hanno sempre affiancato, quasi in modo sistematico, gli annunci di rinvii e slittamenti delle date di uscita dei videogiochi. Ultimamente si sta facendo strada un'ulteriore ragione a giustificazione della decisione dell'editore: "Preservare l'equilibrio vita-lavoro". Cosa significa? Semplicemente che l'azienda ha preferito evitare di costringere i suoi dipendenti a sessioni di crunch intense, anche se ciò ha significato rinviare un gioco, un aggiornamento o un'espansione di settimane o mesi.



Negli ultimi giorni abbiamo sentito questa esatta frase per Animal Crossing: New Horizons, che arriverà su Nintendo Switch nel 2020 mentre era programmato a fine 2019, e per la prossima patch di Destiny 2. In entrambi i casi, le parole usate sono state le medesime, a dimostrazione di un nuovo vento che spira fra le frasche dell'industria videoludica. Così il nuovo presidente di Nintendo of America, Doug Bowser, ha riferito che il nuovo episodio di Animal Crossing è stato posticipato anche perché "dobbiamo assicurarci che i nostri dipendenti abbiano un buon equilibrio tra lavoro e vita privata".



Ha fatto eco, nei giorni scorsi, il commento del direttore creativo di Bungie Studios rispetto al posticipo dei lavori della prossima patch di Destiny 2. "Stiamo iniziando a chiederci: vale la pena farlo?" ha detto riferendosi a dover obbligare gli sviluppatori a fare "sessioni super lunghe" per rispettare le iniziali tempistiche. "Oppure vale di più preservare il bilanciamento vita-lavoro e distribuirla più tardi, a luglio?"



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30 giugno 2019 alle 16:10

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