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Manifold Garden - recensione

William Chyr è un'artista che passa, dopo un lavoro durato sette anni, dalle curiose sculture di palloncini alle architetture digitali. Con un progetto nato dal basso e cresciuto lentamente - dopo un'ultima e decisiva spinta data da Epic Games - prosegue infatti la propria ricerca estetica all'interno del mondo videoludico, con un esordio potente e deciso. Manifold Garden è l'esito di tanta fatica. Già disponibile su Apple Arcade e sullo Store di Epic Games, arriverà in futuro su PS4 e Steam (auspicabilmente anche altrove).



'Manifold' (cioè molteplice, variegato, multiforme) è l'aggettivo che descrive perfettamente il luogo in cui vaga il nostro alter ego senza identità, che dovrà districarsi in un enorme labirinto di geometrie e precipizi. Immaginate un mix tra Antichamber e Portal, dall'impatto visivo meraviglioso (su cui, tra l'altro, è il focus maggiore del progetto), ed ecco che potrete facilmente anticipare come sarà la vostra esperienza all'interno di un Giardino architettonico progettato da una mente folle e al tempo stesso ordinata... ammesso che in questo gioco di specchi ci sia davvero un interno e un esterno!



È chiaro che l'ispirazione maggiore è data dalle illustrazioni di M. C. Escher, il cui capolavoro Relatività prestava il titolo al progetto originale. Dunque aspettatevi scale che proseguono all'infinito, misteriose curve gravitazionali, frattali e pattern di strutture abbarbicate l'una sull'altra. Tra le fonti di ispirazione si aggiungono le architetture aliene di Lebbeus Woods, quelle più brutali e massicce di Tadao Ando e infine le immensità di Tsutomu Nihei (noto per manga come Blame! e Knights of Sidonia).



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25 ottobre 2019 alle 11:10