Alla ricerca del notebook da gaming ideale: il peso dell'esperienza
I migliori notebook da gaming. Ma in che senso?
C'era un tempo in cui, ahimè, non esistevano neppure i notebook, figuriamoci quelli indirizzanti a un gaming di peso. Tempi dove gli stessi lan party erano preceduti da carovane di persone intente a trascinare con sé i vari componenti di PC fissi che oggi sarebbero ritenuti obiettivamente rudimentali. Monitor, case, alimentatore, tastiera e via discorrendo.
Videoludicamenre scorretto:
Se videogiocare non ti sta cambiando la vita, non hai capito un c*zzoChe si tratti di caricarsi come un mulo o di investire porzioni abbondanti del proprio tempo, per il gaming, questo e altro. Oggi come allora. Tutto sul groppone per perseguire la propria passione. Purtroppo o per fortuna mi sono affacciato sul mondo del PC gaming in un momento in cui il mercato era già saturo di notebook e in generale computer portatili, intenti a contendersi l'etichetta di “migliore”. Ma cosa vuol dire migliore? Migliore per chi, e in che termini?
Ci sono quelli fissati con la pura e semplice potenza delle componenti hardware. E persino quelli più pettinati, restii a rinunciare a linee sobrie ed eleganti – concetti tutt'altro che oggettivi –. E allora ecco che vedi spopolare fior di notebook da gaming, che più o meno efficamente cercano di andare incontro alle esigenze degli utenti. Che tuttavia, non di rado, pretendono la classica botte piena con annessa moglie ubriaca. Videogiocare richiede sacrifici. E ci sono casi in cui questi ultimi non vengono neppure percepiti come tali.
E se un incrociatore fosse più elegante di una corvetta?
La vita è fatta di compromessi. Specie se sei rachitico.
“Sai, sto cercando un notebook da gaming, con meno compromessi possibili in termini di hardware”.
“Eh ma fatti un fisso no? A parità di componenti è più potente ed economico”.
*Io, un pendolare* “Ok boomer, dimmi qualcosa che non so.”
Conversazione tipo con un PC gamer domestico.
E' chiaro che un notebook da gaming si rivolge a uno specifico tipo di pubblico. E che oggi ne esistono modelli aventi in tutto e per tutto componenti da PC fissi. Ma è pur vero che la qualità si paga. E non solo in termini monetari. E così, circa due anni fa, dopo aver mandato in pensione un onesto Sony Vaio – che avevo spremuto sino all'osso giocando – con I5 e una modesta scheda grafica integrata, ho cominciato a guardarmi intorno alla ricerca del notebook da gaming ideale. Con l'obiettivo di mettere le mani su una macchina performante, mandando al diavolo tutti i compromessi possibili. A partire dal peso.
Dinanzi ai miei occhi si sono subito parati davanti sfavillanti annunci al grido di “massima resa, minima spesa peso”. Elenchi su elenchi di specifiche hardware tali da rivaleggiare con i normali PC fissi. Il tutto su notebook sottili ed eleganti con il peso che oscillava, mediamente, da 1,8 kg a 2,2. Ma dove era l'inghippo? Tanta potenza di calcolo può davvero risiedere in apparecchi così “portatili” senza conseguenze? Avevo imparato bene cosa voleva dire avere a che fare con macchine fin troppo leggere. E tra l'altro era sulle bocche tastiere di tutti quanto siffatti notebook da gaming avessero una naturale tendenza a surriscaldarsi.
Già utilizzavo un rugged smartphone, il cui peso era 3-4 volte tanto rispetto a uno normale. Qualche kg in più per il notebook non sarebbe stato certo un problema. Il peso di un'esperienza di qualità deve inevitabilmente gravare anche sulla schiena.

Con un Acer Predator serie 15 è stato amore a prima vista. Rude, spigoloso e ignorante. Ma ha anche dei difetti.
Al centro di tutto c'è l'esperienza del singolo utente.
Dalle stalle alle stelle
Dopo oltre un mese di ricerche, comparazioni e analisi di modelli, è poi capitato un annuncio che mi ha messo di fronte a quello che sarebbe stato l'amore (informatico) della mia vita. Un notebook da gaming della serie 15 di Acer Predator, di fascia media-alta. Poter passare da un COD MW 3 a dettagli medi con FPS ballerini tra i 30 e i 50 a molti titoli più recenti con dettagli alti e 60 framerate puliti – anche senza ray tracing e altre incredibili tecnologie recenti – è stata un'autentica rivoluzione. E avere in generale un PC assai veloce e performante anche per le operazioni di tutti i giorni non è stato da meno. Il tutto con ottime prestazioni unite a un sistema di raffreddamento eccellente che difficilmente avrei avuto con soluzioni più light.
Certo, in mezzo a una biblioteca universitaria gremita di notebook sottili e maneggevoli, il mio ci fa la figura dell'astronave – anche per via dei led e del design tipico dei prodotti da gaming – alloggiata in un hangar con sole capsule di salvataggio.
Ma ehi, non è colpa mia se lo maneggio agevolmente nonostante i suoi 3,6 kg. Non è colpa mia se lo trovo esteticamente più gradevole di quelle sottilette insipide. La massellanza è una garanzia, anche in termini di hardware. Non riesco a liberarmi dell'idea che una cosa leggera sia anche tendenzialmente più fragile, e quindi meno affidabile. Sarò un utente prevenuto, ma anche un utente felice.
Non riesco a liberarmi dell'idea che una cosa leggera sia anche tendenzialmente più fragile, e quindi meno affidabile.
