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Tolo Tolo - recensione

Sarà forse un comico, ancora una volta, a dire la parola definitiva sull'isterismo del "politicamente corretto", da cui ci siamo spensieratamente lasciati investire, facendoci plagiare dalla mentalità anglosassone, da noi tanto distante? A riuscirci sarà uno che gode a fare l'italiano medio più bieco (e più vero), da far sembrare quello incarnato da Alberto Sordi un vero gentleman?



Se ciò accadesse non dovrebbe stupirci, visto il dualismo che ci pervade e che ci permette di essere biechi razzisti, omofobi e misogini nella vita (pubblica e privata), oltre che incalliti evasori fiscali, salvo poi atteggiarci a paladini della pubblica correttezza, strombazzando luoghi comuni sul web e come sempre guardando la pagliuzza nell'occhio altrui (magari messa lì apposta) e ignorando la trave nel proprio.



Allo stesso modo non ci ha stupito la valanga di critiche che a priori hanno investito il film sugli ormai aborriti social, anche scioccamente perché si sa che così gli hanno fatto ancora più pubblicità. Lo spunto è stato il video della canzone "Se t'immigra dentro il cuore", che ha attirato gli strali di 'quelli del ditino' per la sua 'scorrettezza'. Una canzone da lui stesso scritta, come le altre del film.



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28 dicembre 2019 alle 10:40