Microsoft e Xbox non sono più nello stesso campionato di Sony e Nintendo - editoriale
"Come società di tecnologia, ormai devi essere nell'industria videoludica". Le parole di Phil Spencer, recentemente intervistato da Protocol, non rappresentano soltanto una constatazione condivisibile, ma un'anticipazione del futuro che verrà nell'industria: i principali colossi del web ne faranno parte. Perché hanno le risorse economiche e, soprattutto, hanno l'infrastruttura server per costruire un servizio cloud capace di reggere il peso del traffico di milioni di persone. Li hanno già per i loro servizi, dai motori di ricerca all'e-commerce, quindi perché non estendere il cloud a un'industria da 135 miliardi di dollari?
Google è stata la prima, mentre Netflix ha sperimentato con qualche film interattivo. Amazon per ora sta lavorando dietro le quinte, supportando le case di sviluppo tramite Amazon Web Services, ma presto potremmo vedere anche un suo servizio di cloud gaming. Facebook ci sta pensando e Apple Arcade è un interessante pacchetto di giochi mobile, alcuni di grande qualità. Spencer ha ragione: qualunque società di tecnologia che si rispetti deve avere anche un suo servizio di videogiochi.
Microsoft è stata chiara, il futuro è da un'altra parte rispetto alle console: nello streaming e nel cloud. "Abbiamo molto rispetto per loro (Sony e Nintendo, ndr), ma noi vediamo Amazon e Google come nostri concorrenti d'ora in avanti", ha affermato Spencer. Si tratta di due giganti che operano da molti anni nella tecnologia, che stanno cambiando il modo in cui gli utenti consumano i contenuti e come le imprese lavorano. Stanno tenendo d'occhio i videogiochi da molto tempo, ma hanno aspettato che la tecnologia cloud fosse sufficientemente pronta per ospitare una sessione di gioco in modo adeguato. Lo abbiamo detto molte volte: mettere un gioco su cloud non è facile quanto la musica o i film. L'aspetto tecnico è molto diverso e più complicato da gestire.
