Ubisoft, le indagini interne rivelano che il 25% dei dipendenti ha visto o subito abusi sul lavoro
Nel mese di luglio, parecchi dirigenti Ubisoft finirono nell'occhio del ciclone mediatico, a causa delle accuse rivolte loro da ex-dipendenti anonimi che ne denunciavano gli abusi e la cattiva condotta sul posto di lavoro.
Fra questi dirigenti c'erano persone di grande importanza all'interno di Ubisoft, come il vice-presidente Maxime Beland, il responsabile creativo Serge Hascoët e Cécile Cornet, capo risorse umane. Le accuse spaziavano fra cattiva condotta e mobbing, fino a raggiungere picchi di sessimo e abusi sessuali pubblici. Tutto riportato e segnalato più volte ai vertici della compagnia, ma costantemente ignorate in virtù dello status che gli accusati ricoprivano.
Quando le prime "gole profonde" hanno vuotato il sacco, dire che si è sollevato un polverone sarebbe usare un eufemismo: i sopracitati dirigenti sono stati costretti a dare le proprie dimissioni e il CEO Yves Guillemot ha dovuto esprimere le sue scuse pubblicamente (parecchio tempo dopo), annunciando inoltre dei seri cambiamenti all'interno di Ubisoft, fra cui l'assunzione di un numero maggiore di donne per aumentare la diversità e l'assunzione di un'agenzia terze parti per condurre una ricerca sul problema degli abusi.
