Un altro giro - recensione
Per divertirsi non c'è altro da fare che alterarsi. E come? Con la droga più a portata di mano, legale anzi, pretesto pure per sfoggio di raffinata cultura: l'alcol. Ubriacandosi, insomma.
Infatti è questo il titolo originale del bellissimo film danese di Thomas Vinterberg, Druk, che arriva oggi finalmente nelle sale cinematografiche col titolo di Un altro giro. Già premiato in molto festival, vincitore di Golden Globe e Oscar come miglior film straniero, ignorando purtroppo la splendida interpretazione di Mads Mikkelsen che aveva già lavorato con Vinterberg nel film Il sospetto (nel caso consigliamo un recupero).
Cosa vuol dire essere giovani? Fregarsene di tutto, divertirsi, fare casino. Ubriacarsi, vomitare e ubriacarsi di nuovo, in barba a ogni consiglio, a ogni divieto, prendendo in giro l'autorità, che sia famiglia, scuola o polizia. Così sembra essere nel prologo del film, in cui un gruppo di adolescenti si sfonda di birra e alcolici in nome dello spasso più scomposto.
