6 Souls – Recensione Speedrun
Abbiamo raccolto le anime di 6 Souls per un'intensa recensione Speedrun. Il titolo di Ratalaika Games e BUG-Studio ha le carte in regola per entrare nell'Olimpo dei platform?
Sono il conte Cliffor, meenghia!
Come ogni buon platform di stampo classico, anche 6 Souls parte da premesse piuttosto umili, che nascondono ovviamente centinaia di piattaforme su cui saltare. In quest'avventura si vestono i panni di Jack che, accompagnato dal suo fedele cane Butch, è alla ricerca del castello abbandonato dei Clifford. Leggenda narra infatti che all'interno della struttura si nasconda un meraviglioso tesoro, ma che nessuno sia mai riuscito a trovarlo.
Dopo una breve introduzione, che funge anche da tutorial, si arriva nel maniero, dove si scopre che una malvagia entità ha rinchiuso le anime dei sei membri della famiglia in gemme. Da queste si sono generati altrettanti mostri da sconfiggere, per arrivare a un'epica conclusione. Come detto niente di trascendentale, ma il ritmo è buono e i colpi di scena narrativi non mancano, tanto che le tre ore circa di completamento del gioco scorrono senza fatica.
Il gameplay di 6 Souls rimane invece con le radici ben piantato in un terreno classico, con livelli bidimensionali in cui saltare, evitare trappole e uccidere una serie di nemici e di enormi boss, sfruttando le abilità peculiari di Jack e Butch.
Il miglior amico dell'uomo
La particolarità di 6 Souls è il dualismo dei protagonisti. Di base il giocatore interpreta Jack, ragazzo dinamico in grado di sbarazzarsi delle minacce. Di tanto in tanto però si vestiranno anche i panni del cane Butch, più agile ma anche più debole. Il cambio non comporta però modifiche sostanziali al gameplay, che vanta livelli brevissimi (a volte di qualche secondo) in cui recuperare una chiave e proseguire.
Gli otto mondi si assomigliano un po' tutti, con una curva di difficoltà che cresce dolcemente e non rappresenta mai un vero problema. Molto interessante invece, per quanto non certo inedita, la scelta del team d'introdurre nuovi poteri legati alle anime raccolte man mano che si prosegue nel gioco. Proseguendo sarà infatti possibile eseguire scatti in aria e persino dotarsi di un arco, per quanto le dinamiche non cambieranno mai davvero molto.
I comandi, purtroppo, sono il tasto dolente di 6 Souls. Per quanto siano relativamente precisi, la necessità di eseguire combo aeree per superare alcune sezioni col tempo diventerà fastidiosa. Se poi aggiungiamo che gli ostacoli ci elimineranno istantaneamente, si ha il quadro di un titolo a tratti frustrante, che poteva essere studiato meglio. Buona la grafica in pixel art, che richiama i fasti del mitico Super Nintendo, così come la colonna sonora.
Trofeisticamente parlando: il tesoro del castello
Nel castello dei Clifford c'è davvero un tesoro: è il Platino di 6 Souls. Per ottenerlo infatti non è nemmeno necessario finire l'avventura, basterà completare i primi tre mondi. Oltre a questo è necessario completare alcune semplici richieste di miscellanea, niente comunque che non possa essere ultimato in una mezz'oretta circa.
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