Moving Houses – Recensione Speedrun
Se pensate che i traslochi siano una passeggiata, non avete ancora provato quello di Moving Houses, protagonista della nostra recensione Speedrun. Come il titolo lascia intuire, quello di eastasiasoft è un simulatore che ci propone però un'esperienza molto particolare, arricchita da risvolti non esattamente consoni al genere. Preparate tanti scatolini e un pizzico di coraggio.
Tempo dei saluti
Chi nella sua vita ha affrontato uno o più traslochi sa bene cosa comporta cambiare abitazione. Svariate scatole, metri di pluriball e la possibilità che certi oggetti scompaiano per sempre dalle nostre vite, in maniera quasi misteriosa. Proprio il mistero è l'elemento inedito che prova ad introdurre Moving Houses, un simulatore che non punta a scalzare i capisaldi del genere, quanto piuttosto a intrattenere per qualche ora.
Lo stile dell'opera è decisamente cozy, richiamando titoli rilassati come Garden Life. Non avremo regole né limitazioni, solo una buona fisica degli oggetti che ci permetterà di raccoglierli, piazzarli nelle scatole e caricarli sul camion. La trama non è pervenuta, almeno fino a quando non ci si addentra più approfonditamente nel gioco. Non vi sveliamo nulla, ma Moving Houses, come testimoniano anche i generi indicati sul PlayStation Store, ha dei risvolti inquietanti e oscuri.
Per la maggior parte del tempo ci muoveremo comunque con una visuale in prima persona, interagendo con l'ambiente e cercando di completare l'immancabile “to-do list”. Le richieste sono solitamente di recuperare un certo numero di oggetti, metterli in scatole disponibili in quantità illimitata all'ingresso e caricarle nel retro del furgone noleggiato per lo spostamento. Potremo anche eseguire azioni basilari come saltare e calciare le scatole, per velocizzare il tutto.

Il gameplay di Moving Houses
La proposta di questo simulatore di traslochi è abbastanza limitata, proporzionale alla sua durata. Basteranno meno di due ore per vedere tutto ciò che l'opera ha da offrirvi, considerato che non ci saranno nemmeno collezionabili o sfide secondarie. Molto presto tutto si limiterà a “porta la scatola in giro e metti via la roba”, oppure a un'esplorazione asettica dell'ambiente. Non basta l'introduzione del tema horror (termine fin che mai esagerato) a smuovere le acque.
Certo, è apprezzabile che Gord Games abbia provato a dare un twist alla storia, ma la stessa ha così poco tempo per evolversi che non riesce davvero a penetrare nei giocatori. Piacevole invece la fisica che regola l'intera avventura, nonostante a volte su console i comandi risultino un po' legnosi. Meno impattante la grafica, per quanto la stessa risulti funzionale all'esperienza.
Vista la longevità limitata e il cambio di tono nella narrazione, fa piacere che Moving Houses proponga due piccole aggiunte. Una volta che avremo completato il trasloco, ammesso di riuscirci, potremo infatti giocare una versione extra del titolo e affrontare un livello con contenuti tagliati nella versione definitiva. Nulla che possa rendere il gioco eterno, ma sicuramente una scelta apprezzabile visto anche il prezzo di budget dello stesso.
Il Platino di Moving Houses
A livello di trofei c'è davvero poco da dire, per quanto ci stupisca la volontà di eastasiasoft d'introdurre un minimo di “difficoltà” nelle richieste. Oltre a progredire con la storia e sbloccare abilità, dovremo eseguire alcune azioni di miscellanea, compresa una a cui fare attenzione che coinvolge la radio. Nonostante questo, si tratta di un Platino decisamente rapido e alla portata di qualsiasi cacciatore.
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