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Instruments of Destruction – Recensione Speedrun

C'è qualcosa di catartico nel vedere un grattacielo crollare al rallentatore, ogni trave che si piega, ogni vetro che esplode in mille frammenti. Instruments of Destruction, sviluppato da Radiangames e pubblicato da Secret Mode per PlayStation 5, non si limita a offrirvi questo spettacolo: vi mette al volante della macchina che lo rende possibile. Ma non aspettatevi un'orgia di caos fine a sé stessa. Dietro le esplosioni e i detriti c'è un sistema fisico meticoloso, un'idea di gioco che cerca di bilanciare libertà creativa e precisione ingegneristica. Il risultato? Un'esperienza affascinante, a tratti brillante, ma non sempre all'altezza delle sue ambizioni.



Un pretesto funzionale, ma coerente



La narrativa in Instruments of Destruction non cerca di rubare la scena. Interpreti un pilota collaudatore al servizio della Sharpe Industries, un'azienda specializzata nella demolizione su larga scala. Il vostro compito è testare veicoli sperimentali in ambienti remoti, distruggendo strutture per raccogliere dati e perfezionare le macchine. Non ci sono colpi di scena, né personaggi memorabili: la storia è un filo conduttore che giustifica l'esistenza delle missioni e la varietà degli scenari.



Eppure, questa sobrietà funziona. La narrazione non si prende troppo sul serio, ma nemmeno scade nel nonsense. È un contesto che lascia spazio al vero protagonista del gioco: la fisica. La scelta di non appesantire l'esperienza con cutscene o dialoghi forzati si rivela sensata, anche se lascia un certo vuoto per chi cerca motivazioni più profonde dietro ogni esplosione.



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Costruire per distruggere… E viceversa



Il cuore meccanico di Instruments of Destruction pulsa nel suo editor di veicoli. Ogni missione vi mette alla guida di una macchina da demolizione, spesso predefinita, ma con la possibilità di crearne una da zero in modalità sandbox. Il sistema di costruzione è sorprendentemente profondo: potete combinare telai, ruote, motori, armi e strumenti speciali (come rampini o esplosivi) per dare vita a mostri d'acciaio su misura.



Le missioni sono brevi ma intense: distruggi un edificio specifico, abbatti una certa percentuale di strutture, o completa l'obiettivo entro un limite di tempo. La varietà degli incarichi è discreta, anche se dopo una ventina di livelli inizia a emergere una certa ripetitività. Il gioco cerca di compensare con sfide opzionali e obiettivi secondari, ma non sempre riesce a mantenere alta la tensione.



Il sistema fisico è il vero fiore all'occhiello: ogni pezzo reagisce in modo credibile, ogni crollo è il risultato di forze calcolate in tempo reale. Questo rende ogni distruzione unica, ma introduce anche una certa imprevedibilità. A volte un veicolo si comporta in modo strano, o una struttura crolla in modo poco leggibile. È il prezzo della simulazione, e può frustrare chi cerca un controllo più preciso.



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Minimalismo funzionale



Visivamente Instruments of Destruction punta a una chiarezza leggibile. Gli ambienti sono stilizzati, con colori piatti e geometrie semplici, ma ogni elemento è immediatamente riconoscibile. Le strutture da demolire sono costruite con cura, e la loro distruzione è resa con un'attenzione quasi maniacale ai dettagli: travi che si spezzano, muri che collassano, detriti che volano in ogni direzione.



Il design dei veicoli è un altro punto forte. Anche i modelli predefiniti sono ricchi di personalità, ma l'editor permette di creare macchine dall'aspetto bizzarro o minaccioso. Nonostante la semplicità grafica, c'è una coerenza stilistica che tiene tutto insieme. Certo, non aspettatevi panorami mozzafiato o texture da urlo: qui l'estetica è al servizio della funzione, e raramente cerca di stupire.



Esplosioni, metallo e silenzi



Il comparto audio segue la stessa filosofia del resto del gioco: essenziale ma efficace. Le esplosioni hanno un impatto soddisfacente, i rumori dei motori variano in base alla configurazione del veicolo, e il suono dei crolli è sorprendentemente ricco. Ogni pezzo che si stacca, ogni trave che si spezza, contribuisce a creare un paesaggio sonoro credibile.



La colonna sonora è discreta, quasi invisibile. Accompagna l'azione senza imporsi, lasciando spazio ai suoni ambientali. In alcuni momenti, il silenzio è più eloquente di qualsiasi musica: quando ti trovi in cima a una collina, pronto a lanciare il tuo bulldozer volante contro un grattacielo, il rumore del vento e il ronzio dei motori bastano a creare tensione.



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La strada verso il Platino



Instruments of Destruction include 50 trofei totali, suddivisi in 1 Platino, 3 Oro, 2 Argento e 44 Bronzo. La maggior parte è legata al completamento delle missioni nelle diverse regioni della campagna, non ci sono trofei online, il che rende la progressione chiara e accessibile.



Il Platino richiede di completare tutte le missioni in ogni area della campagna, spesso con obiettivi secondari come distruzione percentuale, tempo limite o uso di veicoli specifici. Nonostante la difficoltà non sia estrema, il Platino richiede pazienza e una buona padronanza dell'editor di veicoli, soprattutto per affrontare le sfide più avanzate.




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lunedì alle 17:10

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