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Project Motor Racing – Recensione

Ian Bell prima e Straight4 Studios poi ci hanno accompagnato in questi tre ultimi anni a suon di rumor, annunci, mezzi trailer e qualche leak in nome di un solo obbiettivo: il riscatto. Per chi non lo sapesse, Ian Bell è stato direttore di sviluppo dei tre Project CARS, partendo dal primo, il più duro e puro, passando al secondo, un po' più limato e adatto a tutti, arrivando al terzo che ha decretato la fine del brand in nome di una accessibilità che ha snaturato l'essenza iniziale e ha portato a numerosi licenziamenti. Project Motor Racing è la risposta a tutto questo, nato delle ceneri di giochi pesanti del passato e che abbiamo giocato per la nostra recensione.



Una genesi che arriva da lontano



Dopo lo sviluppo di Project CARS e Project CARS 2 in cui aveva un ruolo molto attivo e una direzione completamente indipendente con Slightly Mad Studios, Ian Bell è stato a capo dello sviluppo di Project CARS 3 ma nel 2019 SMS è stata acquisita da Codemasters e poi questi ultimi hanno a loro volta subito l'acquisizione da parte di EA. A quel punto Bell si è trovato solo e ha fondato lo sviluppatore di cui abbiamo per le mani il primo titolo, cioè Straight4.



Ora, questo lungo preambolo serve a uno scopo preciso: dare un contesto alle radici profonde del gioco, essendo consapevoli che abbiamo a che fare con un veterano dello sviluppo, con alle spalle oltre 20 anni di competenza nel settore racing. Tra i suoi titoli, oltre ai già citati potremmo anche nominare Need for Speed Shift e il suo seguito, Shift 2 che ho personalmente adorato e consumato all'epoca.



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Le promesse di Project Motor Racing



A partire dal 2021 si sono succeduti di versi nomi che il gioco che abbiamo per le mani oggi aveva, prima GTR Revival, poi GTRevival per approdare alla fine in Project (CARS? certo che no) Motor Racing. Le radici del nome in Project fanno subito capire che si dovrebbe trattare di un successore spirituale (ma mica tanto alla fine) dei titoli usciti negli anni 2010, e questo è quello che ci aspetteremmo.



Ora, nella descrizione del titolo vengono dette tante cose, tra cui “un'esperienza di guida per tutti” e “nuovo motore fisico che offre realismo senza precedenti”, e cercheremo di capire quanto di vero e di meno vero ci sia da qui in poi. Diciamo solo che abbiamo avuto a lungo l'amaro in bocca e non siamo stati pienamente soddisfatti, putroppo.



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Auto e tracciati



Project Motor Racing ha una lista auto invidiabile, senza girarci tanto intorno. Se non andiamo a citare produzione multimilionarie come Gran Turismo 7, possiamo certamente rimanere impressionati dal vedere auto da tutto il mondo e che raramente in una vita intera sarebbe possibile sentire il prima persona. Parliamo di Toyota GT-One, Porsche 911 GT3, Praga Bohema, Viper SRT, Mercedes CLK GTR e altre auto da sogno. In totale parliamo di 70 auto divise in 13 categorie, tra cui GT1, GT3, GT4, LMDh e via dicendo. Numeri impressionanti se viene tenuto conto che si tratta di auto completamente su licenza e con livelli di foto realismo davvero alti.



Per quanto riguarda i tracciati non possiamo essere altrettanto entusiasti, anche senza scomodare titoloni imponenti come il già citato GT7. Solo 28 piste, seppur importantissime, non sono poi così tante anche se può sembrarlo. Teniamo conto che per esempio viene fatta la furbata di utilizzare il Nurburgring con tre diversi nomi, la prima del circuito GP, la seconda della parte Nordschleife e la terza per la combo di GP + Nordschleife, portando di fatto in conteggio a 26.



Tra questi figurano Monza, Imola, il Red Bull Ring (ribattezzato Spielberg), Silverstone (qui Northampton) e altri come Zolder, Sebring e altri circuiti internazionali. Ci sono gravi mancanze come molti circuiti di F1 tipo Suzuka, Hockenheim, Paul Ricard, Barcellona e molti altri non di F1 come La Sarthe (quello di Le Mans) o Laguna Seca.



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Modalità di gioco



Project Motor Racing non è una lama da questo punto di vista. Sono disponibili due modalità single player cioè il weekend di gara composto da Prove Libere, Qualifiche e Gara, oltre alla classica Carriera. Manca completamente qualunque altra modalità comunemente presente, banalmente la prova a tempo, un'assenza difficile da spiegare per un gioco di corse. Completa il quadro la modalità multiplayer con stanze a cui accedere per competere online nella maniera più classica.



La carriera è chiaramente il cuore pulsante del titolo, in cui mettere in pratica quello che è stato a lungo annunciato tra cui “distruggere una carriera con una gara sbagliata”. Come prima cosa dovremo scegliere un nome per la scuderia e il pilota, successivamente decidere un modo in cui competere. Qui si apre un capitolo completamente inedito legato alla finanza e ai pagamenti in denaro: ci sono ben 8 modalità di scelta, tra cui “vincente” (chi vince viene pagato di più), “ambasciatore” (non importa la posizione ma lo è non fare danni) e altre modalità interessanti che vanno a impattare sui soldi che avremo alla fine di ogni gara/campionato.



Potremo scegliere poi un budget a partire da 100.000 €, passando a 650.000 € e infine 2.000.000 €. In base alla nostra selezione avremo ovviamente a disposizione diverse categorie di auto, a partire dalle più economiche (come la Mazda MX5 Cup o la Porsche 964) passando attraverso le GT3 e le LMDh con un prezzo superiore al milione. Nulla vieta di partire dal basso e procedere in via ascensionale, facendo la proverbiale gavetta e diventando man mano più ricchi, ma questa meccanica può essere aggirata mediante la selezione di una difficoltà avversari fissata al minimo. Se si volesse essere duri e puri si potrebbe mettere la carriera a Realistico e quindi ottenere gare al 100% di durata oltre alla difficoltà massima dell'IA.



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Fisica di gioco



Partiamo da un presupposto: la recensione esce qualche settimana dopo il lancio ufficiale perché, dati alcuni problemi presenti al momento della pubblicazione, abbiamo immaginato che la classica patch al day one (uscita purtroppo in ritardo) avrebbe potuto dare una svolta in positivo all'esperienza. Svolta che non è arrivata e che non ha per ora portato a nessun altro aggiornamento.



In breve, il titolo al momento è molto complesso da giocare, quasi ai limiti del possibile. E dico quasi perché con tanta buona volontà, qualche mezz'ora passata a cercare dei set-up degni di questo nome e un po' di pazienza nel prendere le misure della fisica allora tutto diventa abbastanza godibile. Ma certi comportamenti delle auto sono semplicemente troppo esasperati per essere accettati da utenti alla ricerca di esperienze di guida più facili e meno impegnative.



Scendendo nella tana del bianconiglio è giusto dire che esistono numerosi aiuti di guida in Project Motor Racing. Alcuni di questi forniscono un reale supporto al giocatore, mentre altri sembrano voler creare un semplice “effetto placebo”, dato che averli o non averli non cambia nulla. Ad esempio, il Traction Control dovrebbe prevenire lo scorrimento a vuoto delle ruote sull'asfalto in uscita di curva, quando si dà gas. Ma questo, anche se settato al massimo, ci farà girare comunque, e la sensibilità del DualSense non aiuta in questo. Stesso discorso per il l'ABS, cioè il controllo di blocco delle ruote in frenata. Averlo o non averlo cambia abbastanza poco a livello di gestione del veicolo.



Le auto tendono tutte fortemente al sovrasterzo, senza nessuna esclusione. Alcune sono più stabili, alcune cercheranno a ogni curva di farci terminare la nostra gara, ma il comportamento è similare a prescindere. Una situazione difficile da accettare, a prescindere che si sia appassionati di corse virtuali o semplici amatori. Anche in questo caso possiamo attivare tutti gli aiuti possibili e immaginabili, possiamo trovare un diverso bilanciamento dell'auto ma la sostanza non cambierà. È un vero peccato, perché c'è del buono nel gioco, ma tutto viene eclissato da una guida quasi impossibile che fa passare tutto il resto in secondo piano.



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Grafica e audio



L'audio è uno dei pochi parametri in cui il gioco si difende anche se possiamo trovare delle defiance in alcune auto iconiche. Usando delle cuffie di buona qualità o un impianto audio degno di questo nome è possibile apprezzare l'audio delle auto e della pista, e spesso le auto hanno un campionamento che rispecchia in pieno la realtà dei fatti. Ad esempio, il suono rabbioso e potente della Lamborghini Gallardo c'è tutto, così come la Porsche 911 GT3 ha il tipico suono roco del motore boxer. Siamo rimasti delusi dalla Mazda 787B che non ha il classico urlo lacerante del suo quadrirotore Wankel, ma nel gioco suona in maniera parecchio diversa dalla controparte reale.



L'aspetto grafico del titolo è tutto sommato discreto, accettabile. È anche qui un peccato perché il gioco meriterebbe di più e siamo sicuramente certi che succederà in futuro, ma al momento è avvilente vedere lo stato di sviluppo avanzato (e non terminato) in cui la situazione è. Ci sono delle chicche come ad esempio il fatto che andando sull'erba questa venga schiacciata dagli pneumatici, ed è una cosa rara da vedere. Ma potremmo al contrario citare numerosi fenomeni di pop in, un tearing fastidiosissimo che è particolarmente evidente durante i numerosi testacoda che faremo a causa della fisica di gioco, oltre a generalmente una scarsa profondità della luminosità.



Ci sono dei picchi, come ad esempio la foschia e le luci del mattino o del tramonto che sono evocative, e anche la pioggia è ben rappresentata sia sui vetri che sugli schizzi e in pista, ma al di la di questo è tutto abbastanza piatto. Capitolo a parte va detto dei danni, che sono esteticamente appena abbozzati ma alcune volte sono molto seri nelle conseguenze sulla guida (in maniera incomprensibile), anche se in alcuni frangenti siamo rimasti sorpresi. Ad esempio, sulla celebre 787B abbiamo perso l'alettone posteriore e dopo di quel momento l'auto era assolutamente incontrollabile sul dritto appena si andava un po' più veloce.



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Il Platino di Project Motor Racing



Project Motor Racing ha una lista trofei composta da 31 coppe divise in 16 di bronzo, 9 d'argento 5 d'oro e uno scintillante e prezioso Platino. Raggiungere la vetta della lista trofei non è un affare facilissimo che, al momento, è riuscito solamente a 5 persone al mondo. Questa difficoltà, oltre alla fisica di gioco che necessita di essere raffinata, passa attraverso la necessità di completare numerose gare in modalità carriera autentica (quindi con IA al massimo) oltre a battere numerosi record su vari circuiti del mondo. Un affare non particolarmente adatto a tutti, ma sicuramente non impossibile.




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ieri alle 17:10

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