My Little Puppy Recensione
"Il cane è un gentiluomo. Spero di andare nel suo paradiso, non in quello dell'uomo." - Mark Twain
Questa celebre frase di Mark Twain è forse una delle definizioni più sincere e affettuose mai dedicate al cane. In poche parole racchiude l'idea che il legame tra l'uomo e il cane non sia solo fatto di compagnia, ma di una forma di nobiltà morale: lealtà, dedizione e amore incondizionato. E My Little Puppy è pronto a fartelo provare sulla pelle.
Nel corso degli anni, questa citazione è stata ripresa e reinterpretata in contesti diversi, diventando quasi un manifesto emotivo per chi ha condiviso la propria vita con una cane. Non è difficile capirne il motivo: chiunque abbia amato un cane sa quanto spesso siano loro a dimostrarsi "più umani" degli esseri umani stessi.
Ed è proprio questo sentimento che My Little Puppy, gioco d'avventura sviluppato dallo studio coreano Dreamotion, cerca di tradurre in forma videoludica. Pubblicato a novembre 2025, il titolo mette al centro non solo un cane protagonista, ma l'idea stessa che il mondo visto attraverso i suoi occhi sia più puro, più sincero, e, in fondo, più degno di essere chiamato "paradiso".

Una scena narrativa in cui Bong-gu incontra un altro cane e una bambina, tutti caratterizzati dall'aureola tipica del mondo ultraterreno del gioco.
Un Welsh Corgi in cammino verso il suo paradiso
My Little Puppy racconta la storia di Bong-gu, un Welsh Corgi che intraprende un lungo viaggio per ricongiungersi con il suo padrone. La storia narra di un percorso emotivo che attraversa ricordi, affetti e legami che nemmeno la morte è riuscita a spezzare.
Attraversare il ponte dell'arcobaleno come una promessa di un ritorno. La grafica 3D, sobria ma efficace, riesce a esaltare la naturale tenerezza dei cani, mentre una colonna sonora allegra accompagna il viaggio di Bong-gu con leggerezza e calore. La presenza di numerose razze canine, comportamenti realistici e riferimenti ironici al mondo dei cani rende il gioco immediatamente familiare per chiunque ami questi animali.
Non è un caso che il protagonista sia un Welsh Corgi. Oltre a motivazioni personali legate allo sceneggiatore, è difficile ignorare quanto questa razza, con il suo inconfondibile passo ondeggiante e il suo entusiasmo contagioso, incarni perfettamente l'idea del "gentiluomo" di cui parlava Twain.
Uno degli aspetti più riusciti del gioco è l'attenzione maniacale ai comportamenti tipici dei cani. Abbaiare, scodinzolare, rotolarsi a terra, osservare con cautela, comunicare attraverso l'olfatto: tutto è riprodotto con una precisione che tradisce una profonda conoscenza e un sincero amore per questi animali.
Le interazioni tra cani - come annusarsi a vicenda - e con gli umani - tramite gesti e posture - contribuiscono a rendere il mondo di gioco credibile. Gli esseri umani, in particolare, non parlano mai in modo comprensibile: li vediamo solo attraverso il filtro percettivo del cane, come figure che comunicano più con il corpo e il tono che con le parole.

Una delle prove a tempo del gioco, dove il cucciolo affronta un percorso ad ostacoli guidato da personaggi non giocanti.
Dal punto di vista ludico, My Little Puppy propone un'esperienza accessibile e ben bilanciata. Puzzle semplici, ritmo rilassato e meccaniche che si rinnovano a ogni area - foreste, oceani, deserti, distese innevate - mantengono viva l'attenzione del giocatore.
Alcune sequenze, come la corsa attraverso territori contaminati per riportarli alla vita, riescono persino a trasmettere una sensazione liberatoria, quasi catartica. Le variazioni di genere - stealth, inseguimenti, cooperazione con altri cani - sono inserite con naturalezza e senza spezzare il flusso narrativo.
Non mancano, tuttavia, elementi discutibili. Il level design è fortemente lineare e il ricorso ai QTE può apparire datato. Tuttavia, nel contesto del gioco, queste scelte sembrano pensate per rendere l'esperienza il più fluida possibile, privilegiando l'emozione rispetto alla complessità.
Una fiaba calorosa, con ombre molto reali
La forza di My Little Puppy risiede nella rappresentazione del legame tra cani e umani. Bong-gu rivive costantemente i momenti felici con il suo padrone, mentre i cani che incontra lungo il cammino incarnano diverse sfumature dello stesso rapporto: amore, abbandono, incomprensione, sacrificio.
Accanto a momenti di dolcezza, emergono storie amare: cani traumatizzati dal rifiuto umano, persone spezzate dal peso delle aspettative sociali. Questi racconti ricordano che, se i cani sono "gentiluomini", spesso sono gli uomini a fallire nei loro confronti. Alcune storie colpiscono più di altre, lasciando un retrogusto amaro.
Alcune scelte narrative - come la presenza del dokkaebi, un demone del folklore coreano, o il climax finale - risultano forzate e poco giustificate. L'intento di creare uno spettacolo emotivamente potente è chiaro, ma a scapito della coerenza.
Forse un tono più sobrio e continuo avrebbe reso il messaggio ancora più incisivo. Dopotutto, la frase di Twain non ha avuto bisogno di grandi effetti per colpire: bastava la sua semplicità.

Il protagonista arriva nel “Paradiso dei cani”, un mondo soffice e luminoso che introduce il tono tenero e surreale di My Little Puppy.
Recensione My Little Puppy - Conclusioni
Prodotti con animali come protagonisti ne abbiamo visto molti recentemente, come il recente annuncio di The Free Shepherd ai The Game Awards 2025. My Little Puppy riesce a catturare l'essenza del cane come compagno di vita. La cura nella rappresentazione dei comportamenti, unita a una storia emotivamente coinvolgente, lo rende un titolo imperdibile per chi ama questi animali.
Come Stray è diventato il punto di riferimento per i giochi con protagonisti felini, My Little Puppy ha tutte le carte in regola per rappresentare il mondo dei cani. Per chi ha vissuto accanto a un cane - o continua a farlo - questo gioco non è solo un'avventura, ma un piccolo viaggio verso quel "paradiso" di cui parlava Mark Twain.
Perché My Little Puppy non è soltanto un gioco che racconta la storia di un cane. È un'opera che, consapevolmente o meno, mette in discussione il modo in cui gli esseri umani si rapportano ai propri animali, e più in generale il modo in cui concepiscono l'amore, la responsabilità e la perdita.
Certi legami non hanno bisogno delle parole per essere eterni.
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