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Willy Hunter

ha scritto una recensione su WUCHANG: Fallen Feathers

Cover WUCHANG: Fallen Feathers per PC

50 ore di dolore e gloria: la mia battaglia con Wuchang

Sono trascorse circa cinquanta ore di gioco e finalmente sono arrivato in fondo a questo complesso e difficile titolo. La soddisfazione è grande, così come sono stati grandi gli insulti e i momenti di scoramento, soprattutto davanti ad alcuni boss davvero tosti. Wuchang non è un titolo perfetto, anzi. In molti frangenti appare sbilanciato: alcune boss fight sembrano delle rincorse infinite contro nemici che colpiscono e scappano, rendendo complesso anche solo avvicinarsi per colpire. Ma, per gli amanti delle sfide ad alto tasso di difficoltà, c’è qualcosa di magnetico che ti tiene incollato al pad, che ti spinge a riprovare e riprovare fino a farcela. È la filosofia dei Souls, e qui si respira alla grande.

Dal punto di vista estetico il gioco convince, con scenari cupi, atmosfere decadenti e un comparto artistico che, pur non raggiungendo la perfezione tecnica di un Elden Ring, riesce comunque a trasmettere un senso costante di oppressione e mistero. La storyline è criptica, frammentata, e non sempre chiarissima: la ricostruisci a poco a poco, grazie a dialoghi sfuggenti, descrizioni e quest degli NPC. Non è una narrazione lineare, ma è coerente con l’impostazione del gioco e con il genere a cui appartiene.

Il bestiario è vario e spesso inquietante. Alcuni boss restano impressi, altri invece risultano più frustranti che appaganti, ma rimane comunque uno degli elementi più forti del titolo: la tensione di ogni scontro ti rimane addosso anche dopo aver spento la console. Il sistema di armi e incantesimi offre una discreta varietà, non vastissima ma sufficiente a creare build diverse. La progressione del personaggio è solida, basata sull’accumulo di risorse, potenziamenti e abilità. Gli NPC sono pochi ma significativi, con questline oscure e facili da mancare che arricchiscono l’esperienza e portano a finali differenti, aumentando la rigiocabilità.

Wuchang: Fallen Feathers non è un titolo che consiglio a chi cerca un percorso semplice, lineare o guidato. Non è pensato per chi vuole un’avventura rilassata e scorrevole. È invece un gioco che parla direttamente agli hardcore gamers: a chi ama le sfide, la difficoltà spietata e l’ostinazione tipica dei Soulslike. A loro dico che questo titolo merita di stare in collezione.

Alla fine, nonostante squilibri e imperfezioni, l’esperienza rimane intensa e memorabile. Per questo il mio voto finale è un otto pieno.

8

Voto assegnato da Willy Hunter
Media utenti: 8

Willy Hunter

ha scritto una recensione su Clair Obscur: Expedition 33

Cover Clair Obscur: Expedition 33 per PC

La Belle Époque incontra il JRPG

🎨 *Clair Obscur: Expedition 33* – La Belle Époque incontra il JRPG

Voto complessivo: 9/10
Direzione artistica: 10/10 | Colonna sonora: 10/10

Con *Clair Obscur: Expedition 33*, gli sviluppatori di Sandfall Interactive firmano uno dei debutti più sorprendenti dell’anno, un JRPG occidentale che osa sfidare i colossi giapponesi sul loro stesso terreno… e ci riesce. Il risultato è un’opera evocativa, toccante, visivamente sontuosa e meccanicamente solida, che parla di memoria, dolore e rinascita attraverso la lente di un mondo dipinto che si cancella da sé.

✍️ Trama – Quando l’arte diventa vita (e morte)

In un mondo ispirato alla Parigi di fine Ottocento, ogni anno una divinità conosciuta come “la Pittrice” dipinge un numero sulla colonna sacra. Tutti gli abitanti con quell’età svaniscono nel nulla. L’unica speranza è la Spedizione 33: un gruppo di volontari parte per uccidere la Pittrice prima che scriva il fatidico numero.

Quella che inizia come una missione disperata si trasforma presto in un viaggio di introspezione, con colpi di scena destabilizzanti (senza spoiler: il finale lascia il segno) e personaggi scritti con una cura degna dei migliori *Final Fantasy*. Da Gustave, l’ingegnere idealista, alla giovane Maelle, scoperta chiave di tutto il racconto, ogni membro della spedizione porta con sé un pezzo di verità e un peso da redimere. La storia è profonda, malinconica e umanissima.

🎨 Direzione artistica – Un capolavoro visivo

Il gioco è letteralmente un quadro in movimento. L’estetica *Belle Époque* viene sublimata attraverso scenari mozzafiato, architetture liberty e creature oniriche. Ogni ambiente è un’opera d’arte che sembra uscita da un sogno o da un film dello Studio Ghibli. I giochi di luce, le texture dipinte a mano e le animazioni fluide rendono *Clair Obscur* uno dei titoli più belli da vedere di questa generazione.

Voto: 10/10

🎼 Colonna sonora – Emozioni in musica

La colonna sonora, ispirata al lavoro di Joe Hisaishi (*La città incantata*), è un tripudio orchestrale capace di raccontare da sola i momenti più intensi. Dalla dolce malinconia dei villaggi alle esplosioni epiche delle boss fight, ogni brano è cucito perfettamente sulla scena. È raro trovare una soundtrack così coerente e potente. Ti resta addosso, anche a console spenta.

Voto: 10/10

⚔️ Gameplay – JRPG con anima europea

Il sistema di combattimento è a turni, ma ricco di elementi dinamici: il tempismo, la posizione e l’interazione con l’ambiente fanno la differenza. Ogni personaggio ha abilità uniche, e il ritmo è ben calibrato tra esplorazione e azione. Se c’è un limite, è una certa linearità in alcune fasi dell’overworld e una gestione del crafting un po’ limitata, ma sono peccati veniali in un titolo così narrativamente denso.

📌 Conclusione

Clair Obscur: Expedition 33 non è solo un videogioco: è un romanzo interattivo, una poesia illustrata, una riflessione sul dolore e sull’immortalità. Chi ama le storie che lasciano il segno e le atmosfere immersive non può perderselo. Con una direzione artistica e una colonna sonora da antologia, questo gioco segna una nuova pagina per i JRPG occidentali.
Hai amato Nier, Final Fantasy IX o Persona 5? Questo è il tuo prossimo viaggio.

9

Voto assegnato da Willy Hunter
Media utenti: 9.3

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