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Mark

ha scritto una recensione su Remnant: From the Ashes

Cover Remnant: From the Ashes per PS4

Non servono grandi budget

Remnant è il classico esempio di gioco con poche pretese ma che riesce a tenere il giocatore incollato allo schermo più dei classici AAA ultrapompatissimi che girano negli ultimi anni. Un gioco che tecnicamente sembra nato vecchio, uscito con una generazione di ritardo, ma che nasconde un carattere e una formula di gioco tanto semplice quanto intrigante.
E’ considerato da molti come “il Dark Souls con le pistole”, una descrizione superficiale che può aiutare a dare un idea generica su cosa ci si dovrebbe aspettare dal gioco, ma in realtà non si tratta di una definizione calzante al 100%: perchè se è vero che Remnant eredita molte meccaniche dai Souls è altrettanto vero che attinge a piene mani da molti altri generi, miscelandoli e condensandoli in un esperienza sicuramente poco originale nelle idee ma particolarmente intrigante e divertente nel suo modo di proporle.
Andiamo con ordine e vediamo cosa mi è piaciuto e cosa no.

MI PIACE

MECCANICHE DI GIOCO
Un pò Dark Souls (“falò” usati come checkpoint e punti di teletrasporto, boss e miniboss sparsi qua e là, difficoltà tarata verso l’alto), un pò Roguelike (dungeon generati proceduralmente, loot come se piovesse ecc), un pò Rpg (punti exp, abilità, potenziamento di equipaggiamento e caratteristiche), un pò shooter in terza persona… Remnant è davvero un gioco potenzialmente in grado di divertire una vastissima platea di videogiocatori. Ogni genere è ben integrato con tutti gli altri, e sebbene appunto non presenti nessuna meccanica particolarmente originale o innovativa il suo modo di mescolarle tra loro lo rende unico nel suo genere.

SHOOTING E GAMEPLAY
Una cosa che ho particolarmente apprezzato è lo shooting realizzato quasi a regola d’arte. Semplice, intuitivo, preciso, veloce… sparare è davvero una goduria in Remnant, ogni arma è ben caratterizzata e mi sono divertito a provarle tutte, e i controlli sono reattivi e ben calibrati.

GRAFICA SEMPLICE
Sarò strano io, ma apprezzo particolarmente grafiche di questo genere: semplici, minimali, “leggere”, senza troppi fronzoli e inutili orpelli estetici che appesantiscono la vista e mettono in difficoltà il motore di gioco causando rallentamenti e cali di framerate. In Remnant non mi sono mai capitati crash, cali di Fps, bug pesanti o cose del genere! Visivamente quindi sarà poco al passo con i tempi, ma se questo significa vivere un esperienza più serena e gradevole sul fronte del gameplay tanto meglio.

DIFFICOLTA BEN CALIBRATA
A parte le primissime ore (a causa più che altro dell’inesperienza) non ho mai incontrato eccessive difficoltà nel giocare Remnant, e al tempo stesso ho sempre trovato un livello di sfida più che dignitoso. Sia in Single che in Coop mi sono sempre gettato nella mischia senza troppi pensieri (dopotutto che shooter sarebbe se non ti invogliasse a sparare a tutto quello che si muove?) ma senza rinunciare a un minimo di cautela e di strategia. Idem per i Boss, impegnativi ma non troppo, alzano l’asticella della difficoltà quel tanto che basta a farti provare una bella soddisfazione una volta sconfitti ma senza obbligarti a elencare tutti i santi del paradiso per riuscire a mandarli al tappeto. E la morte, al contrario di un Souls o di altri giochi simili, non comporta nessuna penalità se non quella di ricominciare dall ultimo checkpoint visitato con conseguente respawn dei nemici.

ESPERIENZA COOP CHE CREA DIPENDENZA
Pochi giochi sono riusciti a divertirmi come Remnant, se parliamo di coop online. Il merito è tutto del sistema di condivisione del loot: ogni partita è diversa dalle altre (per via della proceduralità di dungeon, boss, ricompense, segreti ecc), questo significa che il gioco ti spinge (in senso buono) a sfruttare il più possibile l’online, per cercare partite di altri giocatori in cui potresti trovare cose che nella tua partita potresti non trovare mai. Il bello è che non ti senti mai OBBLIGATO a sfruttare l’online, il gioco è completabile benissimo anche in singleplayer (almeno per me è stato così,con un minimo di impegno), semplicemente ti INVOGLIA a connetterti ad altri giocatori per ricevere nuove ricompense, nuovi oggetti, punti esperienza o, perchè no, per divertirti in sana compagnia. Se poi conoscete qualcuno con cui giocare il divertimento si moltiplica. Non avrà meccaniche ingegnose come A Way Out o It Takes Two, qui si spara e basta, ma ci si diverte lo stesso.

LORE INTERESSANTE
Il world building mi è davvero piaciuto, e stranamente perfino leggere diari e documenti per approfondire la storia è stato affascinante e coinvolgente. Se vi piacciono i giochi con trame misteriose da scoprire poco per volta, Remnant non vi deluderà.

MORDI E FUGGI
Remnant è uno di quei giochi fruibili in totale libertà: puoi giocarci 10 ore di fila, oppure puoi cercare una sessione online e farti mezz oretta di dungeon casuali durante la pausa pranzo. In entrambi i casi ti diverti, progredisci e ti senti soddisfatto. PERFETTO!

NON MI PIACE

COSA DEVO FARE?
Uno dei pochi difetti “gravi” che mi hanno infastidito di Remnant è il suo essere vago e indecifrabile nella progressione. Non è mai chiaro dove andare o cosa fare, e questa cosa in alcuni frangenti può essere veramente frustrante. Non dico riempire la mappa di indicatori e segnalini, ma almeno indicare l’obiettivo principale da raggiungere o perlomeno la direzione da seguire per continuare la storia, quello si, l’avrei decisamente apprezzato. Troppo spesso ho perso tempo a girovagare per la mappa o a completare dungeon che poi scoprivo essere del tutto facoltativi… Capisco il non voler accompagnare il giocatore per mano, ma questa è una di quelle poche cose che avrei preferito NON ereditasse dai souls-like, soprattutto trattandosi di un gioco ben più leggero, veloce e frenetico di un classico Souls. Mettetemi un cazzo di segnalino sulla mappa, non chiedo tanto. Questo difetto è poi ulteriormente enfatizzato dalla prossima cosa che non mi è piaciuta, ovvero:

CORSA LIMITATA
Ok è migliorabile come tutte le caratteristiche del personaggio, ma ho comunque trovato (inutilmente) limitante non avere una corsa infinita. Quando sbagliamo strada, o peggio nelle mappe più grandi, dobbiamo sorbirci percorsi fin troppo lunghi e alternare continuamente corsa e camminata perchè quella maledetta barra della stamina continua a esaurirsi. Anche in questo caso, capisco il voler aggiungere un pò di difficoltà in più obbligando il giocatore a gestire la stamina, ma perchè non limitarne il consumo solo ad alcune mosse (capriole e scivolate) o meglio ancora solo durante i combattimenti? Limitare l’uso della corsa anche durante le semplici fasi esplorative lo trovo fastidioso, soprattutto nel caso di uno shooter come questo. Non è un survival che mira al realismo assoluto, è un semplicissimo shooter caciarone: e allora perché tediarmi inutilmente?

COPERTURE
Ho davvero sentito la mancanza di un sistema di coperture: non so se avrebbe semplificato troppo le sparatorie o se avrebbe abbassato troppo la difficoltà, ma costringermi a rimanere sempre esposto mentre sparo è un colpo basso che troppo spesso mi costringe a morire non per colpa di una disattenzione ma per colpa di attacchi praticamente impossibili da evitare in determinate circostanze. Forse aggiungere un sistema di coperture, ma dosare la disponibilità e di conseguenza utilizzo di quest’ultime, sarebbe stata una via di mezzo interessante. E questo va di pari passo col prossimo difetto:

SOUND DESIGN
Un altra cosa che in alcuni casi mi ha dato fastidio è l impossibilità di prevedere attacchi da parte di nemici che arrivano ai fianchi o alle spalle. La telecamera fissa alle spalle del personaggio non permette un adeguata visione periferica, motivo per il quale è spesso impossibile notare l arrivo di nemici fuori dal campo visivo. Avrebbero potuto (dovuto) offrire perlomeno un indizio sonoro per permettere al giocatore di percepire l arrivo di nemici fuori dal campo visivo, visto che spesso veniamo colpiti da nemici di cui ignoravamo l esistenza. E il fatto di non poter contare su delle coperture, come visto nel punto precedente, provoca morti a volte impossibili da prevedere.

BOSS
La difficoltà degli scontri con i boss è artificiale, nel senso che abusano dello spawn di tonnellate di minion che attaccano da tutte le parti. La sfida quindi non è tanto sconfiggere i boss veri e propri, ma riuscire a gestire queste ondate e al contempo tenere sotto controllo gli attacchi del boss principale. Francamente si poteva fare di più e strutturare dei boss degni di questo nome con moveset e routine più elaborate.

CARICAMENTI
Anche questo è un difetto che ho trovato particolarmente fastidioso. I caricamenti tra un area e l’altra durano veramente troppo, causando cali di ritmo pesantissimi. Un minuto prima stavi sparando, schivando, correndo, lootando come se non ci fosse un domani, un minuto dopo ti ritrovi fermo a fissare una schermata di caricamento per 30 secondi buoni, scorrendo Short su Youtube in attesa di tornare all’azione. Un difetto che rovina in parte l’immedesimazione e, di sicuro, spezza troppo il ritmo serrato del gioco. Probabilmente su PC la situazione è nettamente migliore, ma su PS4 Pro mi aspettavo caricamenti un pò più veloci, soprattutto considerando il comparto tecnico molto semplice e dettagli grafici ridotti all osso.

DIREZIONE ARTISTICA
Se è vero che le ambientazioni mi sono tutto sommato piaciute (ottima atmosfera e senso di desolazione, anche se spoglie e austere) è altrettanto vero che il design delle creature mi è sembrato fin troppo banale e insipido. Sono pochi i nemici con qualche peculiarità che lascia il segno, la maggior parte ha un aspetto prevedibile, monotono, dal sapore già visto in mille altre produzioni. Un peccato davvero.

CONCLUSIONE
In conclusione si è trattato di un gioco che mi ha davvero sorpreso, e che mi ha tenuto incollato per decine di ore. I suoi difetti sono innegabili ma nonostante tutto, una volta entrati nel mood e imparate le meccaniche di gioco, si fa giocare con estremo piacere al punto da provocare assuefazione. Per intenderci, se amate le esperienze “un’altra partita e poi smetto” a la Diablo, se amate gli sparatutto e amate grindare a più non posso non c’è motivo per cui non dovreste provarlo. E se il gioco dovesse iniziare a piacervi consiglio assolutamente anche l acquisto dei due Dlc.
Per me Remnant From The Ashes è decisamente promosso, sperando che il sequel faccia tesoro delle critiche e proponga un esperienza più curata e rifinita.

PS: il voto si riferisce alla versione completa con i Dlc, e tiene conto dell esperienza globale sfruttando la Coop. Se non avete intenzione di comprare i Dlc e pensate di giocarlo interamente in single player togliere pure mezzo punto alla valutazione.