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Su Cockroach and Sorcery

Un posto per parlare di libri fantasy. Che vogliate fare una chiacchierata su Conan o su La metamorfosi, questo è il posto giusto. Forse.

Steto96

Mercoledì, dall'incontro tra la voglia di iniziare qualcosa di nuovo e un viaggetto in treno, ho cominciato la serie Wild Cards, curata da George R. R. Martin, ma scritta da un "collettivo" di scrittori Fantasy e Sci-Fi molto variegato. Di questa serie mi sono documentato ben poco, ma le premesse mi sembravano molto interessanti e soprattutto promettenti. Dopo averne letto più di un quinto, però, sto già vacillando.
Stiamo parlando di un Ucronia in tutto e per tutto: la serie ha inizio subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e l'evento che scatenerà tutta una serie di avvenimenti è l'arrivo di un alieno sulla Terra, presto rinominato Dottor Tachyon, che avverte gli umani di un'imminente catastrofe. Sul pianeta alieno Takis infatti è in corso da tempo una faida tra le varie famiglie dell'elite, faida che ha portato alla creazione di un'incredibile arma biologica, un virus altamente instabile che può garantire poteri straordinari o donare la morte a chi ne è colpito. Data la somiglianza genetica tra i Takisiani e gli Umani (praticamente identici), i primi hanno deciso di testare il virus sugli ultimi, ma l'astronave che portava il campione è caduta sul nostro Pianeta e il campione è andato disperso. In breve, il campione verrà ritrovato da un improbabile scienziato malvagio e un incidente sui cieli di New York causerà lo spargimento di questa disastrosa arma.
I racconti seguono l'origine di questa piaga e le sue conseguenze avendo cura di descrivere diverse situazioni attraverso gli occhi di chi vive questo cambiamento. A farmi storcere il naso sono state diverse cose. In generale trovo che un inizio in medias res avrebbe giovato molto all'ecosistema di questo universo. Trovo che il pretesto alieno sia stato costruito troppo superficialmente, una semplice molla per far scattare tutti gli ingranaggi e presto dimenticata, e spero che venga approfondita più avanti.
Lo stile (o gli stili) dei racconti mi ricorda molto quello delle opere di fantascienza pulp nella sua età d'oro. Non so se sia voluto o meno, ma non è riuscitissimo, è tutto un "raccontare" continuo che non si sofferma sugli avvenimenti e non mostra quasi mai nulla, il che è un grande peccato perché non permette di sviscerare un mondo molto interessante fotografato nel movimento di una crisi che così invece risulta davvero di pochissimo conto.
Finora oltre alla sezione principale, che introduce ai fatti, ho letto i primi due racconti e sono già a buon punto con il terzo, ma in tutti riscontro un grande potenziale andato perso. Specialmente negli ultimi due, che potendo mostrare delle situazioni assai intriganti hanno deciso di restare su binari più sicuri. Il primo di questi infatti non coglie appieno le conseguenze sociali della crisi, che appaiono troppo fugacemente per essere comprese nella loro interezza. Il secondo invece pone le basi per la costruzione della dimensione Ucronica di questo mondo, ma lo fa proponendo una "lista" di avvenimento mai ben raccontata e presto si perde in vicissitudini legali che mi hanno fatto chiudere il libro, almeno per ora.
Continuerò sicuramente la lettura, ma per ora non ne sono entusiasta