The one who mocks
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In un portfolio di esclusive di rilievo, valutate in maniera stellare, Days Gone è sempre stato un po' la "pecora nera" di Sony. Ricevuto in maniera veramente tiepida dalla critica, è comunque riuscito, nel corso degli anni, a diventare una sorta di cult per gli appassionati. Questo suo status mi ha sempre incuriosito moltissimo, considerando che mi è capitato molto spesso di apprezzare giochi di questo tipo.
Ho deciso dunque di dargli una possibilità e devo ammettere di essermi trovato tra le mani un'esperienza assolutamente godibile, seppur minata da diversi problemi che affliggono un po' tutti gli aspetti.
Ma andiamo per ordine.
Quando penso alle esclusive Sony, la parola che mi viene in mente è "narrazione". Giochi del calibro di The Last of Us o God of War ci hanno abituati a una componente narrativa molto ricercata, con un forte taglio cinematografico, e questo standard è un po' quello che ci si aspetta da giochi first party di questo calibro e tipo.
Days Gone sembra provarci, ma non riesce ad arrivare agli standard settati dai "cugini". Anzi, la componente narrativa è uno degli aspetti che, almeno nella prima parte di gioco, mi hanno deluso di più. La storia non sembrava avere un vero e proprio "obiettivo", ma era più un susseguirsi di missioni vagamente collegate tra loro. Capisco che il gioco debba introdurre il mondo e i suoi personaggi, ma qui viene tirato veramente per le lunghe. Fortuna che la seconda parte di gioco risolleva completamente la storia, rendendola effettivamente interessante ed avvincente.
Ho trovato la qualità generale della scrittura abbastanza altalenante: che si parli di dialoghi veri e propri o di personaggi, questo gioco ha degli alti e bassi incredibili. Anche qui c'è sempre del bello, della qualità, ma c'è anche tanto bruttume, tanti momenti che mi hanno fatto provare imbarazzo. Lo stesso discorso si può fare per i personaggi: alcuni sono veramente ben caratterizzati, mentre altri sono piatti ed ancorati ad un archetipo da cui non si scollano mai.
Dal punto di vista prettamente ludico, trovo che Days Gone sia un gioco più che discreto. Anzi, se non fosse per la struttura abbastanza ripetitiva di molte missioni, sarebbe anche ottimo. Ho apprezzato particolarmente tutti gli aspetti del combattimento, il sistema di guida e di crescita.
Lo shooting è solido e soddisfacente, esattamente come il combattimento corpo a corpo. La componente stealth fa il suo dovere, ma non è nulla di eclatante.
Discreto il sistema di progressione: le skill che Deacon può imparare nel corso del gioco hanno effettivamente un impatto tangibile sul gameplay. Il sistema di potenziamento della moto è interessante, seppur forse un po' "rudimentale".
La varietà dei nemici è solamente nella media. Ci sono tutti i vari tipi di zombie classici, presenti praticamente in tutti i giochi del genere, ma la parte originale arriva con la presenza di fauna infetta, con addirittura alcune specie che personalmente non avevo mai visto rappresentate in questo modo.
Per quanto riguarda gli umani, la varietà è notevolmente più risicata: nonostante le varie fazioni, le differenze tra le singole sono veramente pochissime e non abbastanza impattanti da determinare un cambio di approccio agli scontri.
L'IA dei nemici umani fa il suo dovere, ma niente di più. Quella degli infetti, invece, mi ha sorpreso più volte, dato che sembra essere programmata per cercare di "accerchiare" sempre il giocatore. Questo riesce a generare dei momenti concitati che si sposano alla perfezione col genere.
Il vero asso nella manica del gioco, però, sono le orde: gruppi enormi (in alcuni casi diverse centinaia) di infetti basici, tutti ammassati, pronti a travolgere il giocatore al minimo errore. È un elemento che distingue Days Gone da altri giochi di zombie; è quella particolarità che crea tensione, sorpresa, e che richiede al giocatore di utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione. Vedere questo fiume di zombie arrivare inesorabilmente fa veramente impressione, e falciarlo poco a poco è una delle esperienze più soddisfacenti che abbia provato in un gioco di questo tipo.
Purtroppo, l'esplorazione è un aspetto che mi ha deluso moltissimo. Certo, si possono visitare tanti luoghi diversi, alcuni dei quali realizzati molto bene, ma questa esplorazione è sempre molto fine a se stessa. Sarebbe veramente perfetto se si potessero trovare in giro oggetti particolari, come potenziamenti per le armi/moto o addirittura armi vere e proprie. Allo stato attuale tutto questo non c'è, ed al massimo si viene ricompensati con qualche materiale per il crafting o dei blueprint: niente di particolarmente eccitante, insomma.
La moto è un po' un simbolo di questo gioco e diventa uno degli elementi chiave del gameplay. Il sistema di guida è semplice ma efficace: la moto è agile e risponde benissimo ai controlli, e questo rende l'esplorazione molto piacevole.
Il sistema di upgrade è un po' un'occasione sprecata. Si possono acquistare diversi potenziamenti, ma manca completamente la varietà o la possibilità di scegliere che tipo di mezzo guidare. Ad esempio, non sarebbe stato male poter sacrificare la velocità per avere una moto con una capacità di carico più ampia, o con elementi come armature o armi. Oppure, al contrario, una moto veloce ma senza protezioni.
Il mondo creato da Studio Bend è di buona fattura. La scelta di ambientare un gioco di zombie in una zona così rurale dell'Oregon non solo gli ha permesso di proporre ambientazioni bellissime dal punto di vista naturalistico, ma anche abbastanza originali in ottica di gameplay, discostandosi molto dai setting urbani più classici del genere.
È interessante vedere come si sia evoluta la società dopo una catastrofe del genere, creando fazioni con scopi e mentalità diverse, relegate spesso a dei "campi". Questi campi fungono da hub per l'intero gioco: qui è dove ci sono i vari NPC che ci affideranno missioni, ma anche mercanti e meccanici per la moto. È sicuramente un aspetto interessante, ma sfruttato poco. Sono tutti luoghi realizzati bene a livello estetico, ma che non hanno alcuna profondità. Non c'è interazione, non c'è alcun motivo per visitarli se non per fare rifornimento o per accettare le missioni. Non sarebbe stato male avere delle attività secondarie o la possibilità di interagire con gli abitanti: un vero peccato.
Pur essendo un gioco con qualche anno sulle spalle, riesce comunque a difendersi ancora bene a livello tecnico. Ottimi e dettagliati i modelli dei personaggi importanti, un po' meno quelli dei secondari, che spesso risultano essere anche abbastanza generici.
Le ambientazioni sono sicuramente d'impatto, ma ad un occhio attento si notano alcune sbavature tecniche ed una ripetizione massiccia di asset. Il gioco pecca un po' in "densità": capisco il setting, però tante zone avrebbero guadagnato molto in atmosfera con qualche elemento in più a schermo. Allo stato attuale, tantissimi luoghi sono un po' spogli e forse troppo "in ordine".
Più che discrete le animazioni, in particolare quelle relative al combattimento.
Le performance mi hanno stupito: nonostante in alcuni casi ci siano centinaia di nemici a schermo, il frame rate non perde un colpo. Le tecniche adoperate da Studio Bend per ottenere questo effetto sono dunque molto efficaci e denotano una grande abilità. Considerando che il gioco è figlio della scorsa generazione, un eventuale Days Gone 2, sviluppato nativamente per PS5, potrebbe essere veramente impressionante.
Ottimo anche il comparto audio, in particolare la colonna sonora.
Days Gone è un gioco che mi è piaciuto, però ammetto che sia stato un vero atto di fede. La prima parte (che tra l'altro dura un'infinità) stava per farmelo droppare, ma la seconda è riuscita a risollevare completamente l'opera. Certo, alcune problematiche, come la ripetitività delle missioni, non vengono mai risolte, ma almeno la componente narrativa prende una direzione e diventa godibile.
Questo è il tipico gioco che, con un seguito, potrebbe fare un grosso salto. Ci sono tutte le basi per fare un bel lavoro: con una storia avvincente per tutta la sua durata e con una bella svecchiata alla struttura generale, sarebbe già un piccolo gioiello.
Voto assegnato da Dedma.
Media utenti: 7.8 · Recensioni della critica: 8
Sono passati oramai quasi 15 anni dall'uscita di Dead Island, un gioco che a suo tempo, nonostante fosse comunque un'esperienza discreta, lasciò buona parte del pubblico con l'amaro in bocca, non tanto per la qualità intrinseca, ma perché il gioco era ben lontano da quello rappresentato dal primo trailer, diventato virale ed ancora oggi considerato come un vero e proprio capolavoro.
Con Dead Island 2 questo errore non è stato commesso, infatti fin dal primo annuncio si poteva intuire una direzione generale diversa, più scanzonata e caciarona, direzione che va poi a permeare in maniera completa il gioco in tutte le sue parti; dalla presentazione alla narrazione, passando anche per il gameplay vero e proprio.
È evidente che l'aspetto narrativo non sia mai stata una priorità durante lo sviluppo, la storia non è particolarmente interessante, anzi, sembra più una lista di "compiti" che una trama vera e propria, ho trovato apprezzabile il fatto che ci si senta un po' in un B-movie, non so se questa sia effettivamente una scelta conscia degli sviluppatori o una coincidenza ma tutto il grottesco presente nel gioco, unito ai personaggi super stereotipati creano un'atmosfera con un certo charme, apprezzabili anche le critiche neanche troppo velate al mondo dello spettacolo, personalmente avrei colto la palla al balzo ed avrei reso questo l'elemento principe della narrazione invece che tenerlo come tema "secondario", le possibilità per fare qualcosa di coerente ed interessante erano tantissime.
Una grande nota di demerito anche alla parte finale della storia, veramente sottotono e poco soddisfacente, tant'è che non sembrerebbe nemmeno un "finale"
Lato gameplay invece ci troviamo davanti ad uno di quei giochi "stupidamente divertenti", questo non è un gioco che diverte perché pone il giocatore davanti a sfide difficili da superare o perché richiede un particolare sforzo intellettuale per risolvere degli enigmi, no, questo è un gioco dove si zappano zombie per 15 ore di fila, e per me, in determinati periodi, basta e avanza, specialmente quando farlo è reso divertente e soddisfacente da un sistema di smembramento mai visto prima d'ora, sicuramente uno degli aspetti meglio riusciti dell'intero gioco.
Con un occhio un po' più critico si vanno a notare però dei limiti abbastanza evidenti della formula, la struttura di molte missioni viene infatti riproposta tantissime volte nel corso della campagna, che non è neanche eccessivamente lunga, creando un senso di ripetizione non indifferente, anche gli "enigmi" sono veramente di bassissima qualità e ripetuti in continuazione, ho perso il conto di quante valvole ho dovuto girare per regolare la pressione o di quanti contatori ho dovuto infilare in un quadro elettrico per aprire una porta, non disdegno enigmi e puzzle quando sono effettivamente realizzati in maniera corretta, ma in questo caso non sono altro che una barriera fastidiosa frapposta fra il giocatore ed il contenuto effettivamente godibile del gioco.
La varietà di zombie è più che discreta, sono oramai immancabili i vari speciali che fanno cose come urlare o sputare veleno, ma anche restando sui classici "camminatori" ci sono alcune varianti speciali in base alla loro vita prima dell'infezione, ad esempio potremmo imbatterci in zombie equipaggiati con armature antisommossa o con tute di protezione, queste differenze non sono ovviamente solo estetiche ma sono un modo intelligente di mostrare le resistenze dei vari mob, il discreto numero di queste varianti mi ha sorpreso, alcune delle quali sono anche molto intelligenti, peccato che altre sembrino un po' "campate per aria" come ad esempio lo zombie elettricista che è in grado di manipolare l'elettricità.
Il sistema di crescita del personaggio è un aspetto un po' sottotono, "l'albero" delle abilità sembra messo lì solo perché "si fa così" e non perché sia effettivamente una meccanica profonda o ben pensata capace di andare a personalizzare lo stile di gioco del giocatore, è un elemento di cui spesso ci si dimentica dell'esistenza.
L'aspetto "looter" del gioco è ancora presente ma trovo sia rimasto troppo ancorato alle proprie radici e che necessiti di una svecchiata, certo, nelle prime ore trovare e potenziare armi nuove è sicuramente un incentivo all'esplorazione, ma ben presto ci si rende conto che sia un sistema che non fa altro che rallentare il gioco, "obbligando" il giocatore a fermarsi in continuazione per applicare le solite mod alle solite armi con qualche numerino più alto. È un sistema abbastanza ridondante, dato che a statistiche più alte delle nostre armi corrispondo statistiche altrettanto aumentate dei nemici, il che rende il combattimento uguale dal primo all'ultimo minuto.
Si nota anche la mancanza quasi totale di tensione, faccio due esempi pratici; Dying Light e Days Gone, il primo è molto simile a DI2 come struttura, ma, la presenza durante la notte di zombie pericolosi capaci di starci col fiato sul collo rendeva quelle parti incredibilmente più tese e divertenti, lo stesso discorso vale per Days Gone ma parlando in questo caso delle enormi orde che si possono trovare in giro per la mappa, ecco questi sistemi possono sembrare piccolezze ma in un gioco di zombie sono diventate ormai essenziali, macellare zombie staccando il cervello può intrattenere fino ad un certo punto, ma ci vuole sempre qualcosa in più per rendere tutto più interessante.
Il lato tecnico di Dead Island 2 è sorprendentemente di buon livello, ambientazioni e modelli sono ben realizzati e ricchi di dettagli ma l'aspetto che ho trovato realizzato meglio sono le ambientazioni, realizzate splendidamente ed anch'esse ricche di piccoli dettagli capaci di rendere ogni luogo "vivo" e credibile.
Restando in tema ambientazioni devo ammettere che gli sviluppatori abbiano fatto un lavoro veramente di ottimo livello nel riprodurre alcuni dei luoghi più iconici di Los Angeles, basta aver visto qualche film con questa ambientazione per riconoscere a colpo d'occhio posti come Venice Beach, Bel Air o il Santa Monica Pier.
Le animazioni sono generalmente di discreta fattura, menzione speciale a quelle relative al combattimento corpo a corpo, che danno il giusto peso ad ogni attacco e rendono mutilare gli zombie ancora più viscerale e divertente.
Per quanto riguarda il comparto audio non c'è molto da segnalare, gli effetti sonori e di sottofondo fanno il loro dovere così come la colonna sonora originale, ma nulla di più. Alcuni pezzi su licenza invece sono delle vere e proprie chicche.
In definitiva, Dead Island 2 considerando lo sviluppo travagliato poteva essere molto peggio, ma forse e proprio a causa di questo che ci sono così tante lacune, è un gioco che fa una cosa, la fa relativamente bene ma pecca di tutto il contorno che dovrebbe spingere il giocatore a voler continuare a giocare, la storia è praticamente inesistente, il sistema di crescita del personaggio è solamente abbozzato ed anche la componente looting risulta dopo poco noiosa e ridondante.
Al gioco dunque non resta poi molto; macellare zombie in ambientazioni ben realizzate ci può stare, ma, nonostante la longevità abbastanza ridotta e la presenza della coop, ammetto di aver giocato le ultime ore per "inerzia" giusto perché volevo finirlo.
Voto assegnato da Dedma.
Media utenti: 7.8
Quoto sicuramente tutti i difetti citati ma secondo me quelli più gravi e imperdonabili di questo DI2 sono i contenuti risicati (in parte ci hanno messo una pezza coi Dlc) e la pesantissima mancanza di un Endgame o di un qualsivoglia motivo/modalita/meccanica che spinga a fare due (o più) run. Oltre a una coop che definire fiacca e inutile é dire poco.
La gestione post lancio mi ha deluso TANTISSIMO, non mi aspettavo un supporto a livelli di Dying Light ma vedendo le potenzialità e il (più che) discreto successo ottenuto pensavo/speravo che avessero aggiunto contenuti col passare del tempo. Peccato 😢
@Dedma. I Dlc sono molto belli, le ambientazioni sono al top e intrattengono a dovere (Haus in particolare é veramente figo) ma non aggiungono chissà cosa di nuovo a livello di armi, meccaniche di gioco ecc.
Aggiungono ambientazioni, nuove trame e qualche ora di gioco in più, andando in qualche modo ad arricchire e completare il gioco, ma se già il gioco base ti ha stancato direi che puoi evitarli.
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