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Top 10 2019 - by Solaire il minchione

I titoli che troverete non per forza saranno usciti nel corso del 2019 e verranno affiancati dalla piattaforma in cui li ho giocati. Detto ciò, buona lettura!

#10: Superliminal (PC)
Puzzle game ad opera della Pillow Castle basato sulla prospettiva, come la percezione della profondità e le anamorfosi; un'idea di base ben eseguita con una brillante morale alla fine di questa corta ma divertente esperienza che consiglio caldamente ad ogni giocatore. Costantemente verremo presi in giro, tutto ciò che avremo davanti a noi non sarà mai ciò che sembra; l'apparenza inganna.



#9: To The Moon (PC)
Freebird Games ha portato un'avventura che ha mosso gli animi di ogni giocatore attraverso un setting struggente accompagnato da una narrazione sublime che amalgama perfettamente gameplay e storia; un'esperienza che raccomando con tanto di fazzoletti a portata di mano!



#8: The Stanley Parable (PC)
Il concept dietro a The Stanley Parable è puro genio, e l'ironia del narratore che ci accompagna nel corso della parabola è pungente quanto brillante: si discute il concetto di "libertà" del giocatore nell'approccio del videogioco. Possiamo scegliere di seguire esattamente ciò che il narratore ci impone o fregarcene altamente e fare ciò che vogliamo; ma stiamo realmente rompendo il gioco? O è solo una nostra convinzione? Questo e altro dall'accattivante opera di Galactic Cafe



#7: Devil May Cry 5 (PS4)
Il gioco "over the top" della generazione, ladies and gentlemen: gameplay, soundtrack, storia, tutto punta sull'essere il più esagerato possibile, senza mai arrivare al ridicolo. Niente puzzle, niente sezioni forzatamente elaborate al fine di allungare il brodo; Capcom ha compreso l'anima della saga ed i suoi lunghi anni di sviluppo hanno portato alla nascita di uno degli action migliori in circolazione. La profondità dei moveset, l'aggiunta di nuove meccaniche, modalità di gioco e difficoltà ulteriori pregano il giocatore di tornare sui suoi passi e tirare quel Devil Trigger fino alla fine dei tempi.



#6: Celeste (PC)
Matt Thorson e Noel Berry si incontrano in un bar e decidono di fare uno dei platform più ispirati, sia ludicamente che artisticamente, dell'intera generazione; una ragazzina di nome Madeline decide di scalare il monte Celeste, luogo che porterà la nostra protagonista ad una scalata non solo fisica ma anche interiore, in quanto dovrà sormontare un ostacolo forse anche più grande del leggendario monte: la sua instabilità emotiva.
Incipit brillante ed un artstyle divino fanno da sfondo ad un gameplay che tende a ricompensare il giocatore più per il metodo di approccio al livello che per le tempistiche di reazione (salvo le parti opzionali più ardue del titolo), donando quindi una maggiore accessibilità anche ai giocatori meno abili nel genere dei platform 2D. Una nota di lode anche al design del tutorial che, invece di invaderti con le solite schermate esplicative, ti insegna direttamente sul campo in modo tale che ogni meccanica (ad eccezione di una ben nascosta) venga compresa pad (o tastiera) alla mano.



#5: Sekiro: Shadows Die Twice (PS4)
Hidetaka Miyazaki è un game director che, ogni volta, tende a scrivere delle lettere d'amore nei confronti del level design e Sekiro non fa eccezione. Vincitore del GOTY 2019, le imprese del nostro Shinobi portano l'ormai abusata formula "Souls" a fare quel passo in avanti necessario non solo a rinnovare elementi già normalmente funzionanti, ma anche ad offrire un'identità e personalità unica, grazie ad un combat system totalmente rivisitato e all'introduzione della verticalità nel mondo di gioco. Preparatevi: la nuova fatica sarà completamente rigida e severa con voi, se cadete nel panico è finita. "Hesitation is defeat"





#4: Shadow of the Colossus (PS4)
Qualche settimana fa, dopo aver completato qualche run, l'ho fatto giocare alla mia ragazza che non tocca gioco da non si sa quanti anni. Momenti comici a parte, è rimasta terrorizzata dagli sguardi atroci e dalle dimensioni abnormi dei colossi che ha affrontato, ed il suo sguardo era prigioniero di quella landa desolata che, non fosse per altri impegni, non avrebbe mai abbandonato. Nonostante le sue problematiche, è un'opera che ogni giocatore dovrebbe conservare come esperienza almeno una volta nella vita: le sensazioni di Shadow of the Colossus non riesce a darle nessun altro videogioco.



#3: Banjo-Kazooie (N64)
Per i poveri idioti che, come me, fino a quest'anno non hanno mai toccato Banjo-Kazooie: non avete dignità. Questo è un gioco del 1998 in cui ogni mappa ha una soundtrack diversa ed ogni zona della mappa fa cambiare la tonalità della soundtrack, adattandola all'atmosfera circostante dei luoghi così riempiti di dettagli che rendono il tutto così vivo, così bello ed ALLEGRO. Banjo-Kazooie è una costante gioia da giocare, non riesci a staccarti dallo schermo fino a quando non ti bussano alla porta ed arrivano i tuoi coinquilini che dicono che è ora di andare a fare cena altrimenti la mensa dell'università chiude, guarda che devi mangiare per sopravvivere scemo.
Scusate se mi sono lasciato assorbire, comunque se non l'avete giocato non avete dignità



#2: Metal Gear Solid 2/Metal Gear Solid 3 (PS2)
Li ho messi insieme in una singola posizione. Eh, lo so, lo so che non si fa è inutile che mi puntualizzate che Epstein non si è suicidato, non volevo fare una Top 11 e rischiare gli insulti di chi preferisce il 3 al 2 e viceversa, perché li apprezzo tantissimo per due motivi molto differenti. Sons of Liberty è un testamento nei confronti dell'uomo, della sua capacità di esercitare il libero arbitrio, del transumanesimo e del "filtro di informazioni"; Snake Eater, invece, è un'opera molto più romanzata che presenta personaggi estremamente carismatici (The Boss ormai è il mio pg preferito di Metal Gear Solid tutto) ed un finale che spezzerà il cuore di ogni singolo giocatore. Invecchiati come il vino, questi due capolavori targati "Kojima Productions" non solo hanno delle storyline divine per motivi totalmente differenti, ma sono una grande conquista a livello tecnico, tant'è vero che molti di questi dettagli (sia grafici che di gameplay) sono difficili da ritrovare oggigiorno. Finora Metal Gear Solid ha saputo offrirmi un'enorme consistenza narrativa, registica, artistica e ludica. Peccato solo che Hideo Kojima sia un po' una testa di cazzo.



#1: Super Mario 64 (N64)
Se senza Banjo-Kazooie non avete dignità, senza Super Mario 64 non so come facciate ad avere un minimo di standard nei confronti dei videogiochi. Giocato oggi, magari, sarà difficile da comprendere (tant'è vero che quando lo iniziai ebbi molte perplessità), ma una volta che riuscite a toccare con mano le possibilità che questo videogioco ha non riuscirete più a tornare indietro; la ricchezza di mosse possibili con Mario va a braccetto con le possibilità che si hanno di approcciare la mappa in maniere differenti rispetto a come il gioco vuole intenderti di affrontarla. Tu non lo vedi, ma ci sono tantissimi modi di raggiungere differenti luoghi, questo semplice elemento porta la rigiocabilità del titolo fino a Plutone.
Ogni volta che lo riprendo, penso sempre a come debba essere stato all'epoca: si parla della transizione del videogioco da 2D a 3D, del fatto che puoi andare non solo a sinistra e destra ma in tutte le dannatissime direzioni! I comandi, le mappe, la OST, dopo 20 anni ancora oggi Super Mario 64 può usare 3/4 dell'industria odierna come CARTA IGIENICA.



Ma quanto cazzo è bello Super Mario 64?! Un capolavoro!

pubblicato alle 16:57 del 07/01/2020

 

"Le sensazioni di Shadow of the Colossus non riesce a darle nessun altro videogioco."
a parte Ico e TLG asd