Ueda e la narrazione come un haiku: "per me non è importante raccontare i dettagli della storia"
Figura di spicco della scena nipponica e creatore apprezzato in tutto il mondo per le particolarità dei suoi progetti, Fumito Ueda sta ovviamente guardando al dopo The Last Guardian puntando a un progetto più simile a Shadow of the Colossus e continuando a proporre la propria particolare idea di narrazione.
Il recente intervento al Nordic Game 2017, riportato da GamesIndustry, si concentra proprio su questo aspetto andando a toccare diversi periodi della carriera di Ueda e i suoi progetti più importanti. Partiamo da quando decise di abbandonare il team di WARP per inseguire i propri sogni e dare vita al suo primo progetto.
"Ai tempi in cui lasciai la compagnia avevo già l'idea base di Ico. Anche il nome. Avevo questa immagine di un'alta ragazza accompagnata da un ragazzo che le teneva la mano ma non ero sicuro di realizzare un gioco o un film. Avevo bisogno di fondi e allora chiesi di essere assunto da Sony come CG artist, mi proposi per il lavoro ma a una condizione: non potevo lavorare a tempo pieno perché avevo bisogno di tempo per me. Sony mi chiese cosa dovessi fare e allora iniziai a parlare di Ico. Capirono l'idea e mi proposero di lavorarci per Sony".
