Baywatch – Recensione
Quello che sta per parlarvi di Baywatch, il film diretto da Seth Gordon tratto dall'omonima serie tv, è un uomo le cui aspettative sono andate in frantumi. Prendete le sue parole con le pinze, in realtà non vorrebbe essere così cattivo.
Ok, la smetto di parlare di me in terza persona, anche se mi pare il minimo dopo aver visto un film in cui si fanno parlare le proprie palle con vocine acute per molto più tempo di quello che normalmente dovrebbe avvenire in un film, anche demenziale, ovvero zero secondi. Non sono andato a vedere il film settato sull'impostazione mentale “bacchettone”, avevo deciso di spegnere completamente il cervello. Purtroppo, però, da qui in poi la recensione prenderà una brutta piega.
Dal primo momento in cui ho visto il trailer di Baywatch ho pensato: “e se questo fosse il film sorpresa dell'estate?“. Gli ingredienti sembravano esserci tutti. C'era la più grande star attualmente in circolazione, ovvero Dwayne “The Rock” Johnson, c'era il bel faccino del mai così fisicato Zac Efron, c'erano tante avvenenti signorine, c'erano le battute e soprattutto c'erano autoironia e la voglia di non prendersi sul serio. Sarebbe potuto essere un gran bel film coatto, cafone, sostanzialmente trash, ma di qualità. Tutti questi ingredienti nel film ovviamente ci sono. Allora dov'è il problema?
Cominciamo dalla storia. Mitch Buchannon (The Rock) è il caposquadra dei guardaspiaggia Baywatch, amato e osannato dalla comunità, impegnato nell'addestramento delle nuove reclute Summer (Alexandra Daddario), Ronnie (Jon Bass) e soprattutto il due volte medaglia d'oro olimpica Matt Brody (Zac Efron). Ad aiutarlo in questo compito, le statuarie C.J. (Kelly Rohrbach) e Stephanie (Ilfenesh Hadera). Il gruppo finirà per condurre una serie di indagini su Victoria Leeds (Priyanka Chopra), proprietaria di un club sulla spiaggia e perfida trafficante di droga.
Da un film come Baywatch, fortemente autoironico e consapevole dell'insensatezza della sua fonte d'ispirazione (la serie tv era solo un pretesto per mostrare tette, culi e bicipiti), non è che ci si potesse aspettare chissà cosa dallo sviluppo narrativo. Il fatto che la storia scorra senza un sussulto e senza il benché minimo pathos verso la sua prevedibile fine, di certo non aiuta. La questione più deleteria però è quanto ci mette ad arrivarci.
Il tempo, in ogni sua declinazione, è il più grande difetto di questo film. La sua durata (1h e 59′ dichiarati, come i benzinai che vendono la benzina a 1,499 anziché 1,5), è mastodontica, se proporzionata alla povertà di contenuti che un film come Baywatch può offrire. Non sono una persona particolarmente religiosa, ma credo che qualche potere superiore ci sia. Il fatto che io lo abbia interpellato più volte dopo la prima ora del film chiedendogli per favore di porre fine a questa sofferenza, dovrebbe rendere l'idea di quanto Baywatch sia decisamente troppo lungo. Nessun doppio senso inteso.

Proprio il doppio senso conduce a un altro problema enorme (nessun doppio senso nemmeno qui): quello dei tempi comici e delle battute. Baywatch è un film del ca**o. Non nel senso che è un brutto film (non fraintendetemi, lo è), ma nel senso che è letteralmente dominato da abominevoli battute e scenette sul pene e sui testicoli. Non c'è un momento in cui si ride sinceramente e di gusto, io personalmente non ho nemmeno sorriso tranne in rari casi, dal momento che nei vari trailer sono state sprecate praticamente tutte le battute del film e in due minuti funzionano meglio che in centoventi. Con l'eccezione dei nomignoli con cui The Rock si riferisce a Zac Efron, che ricordano un po' quelli del Dr. Cox a J.D. in Scrubs, e alcuni momenti legati al personaggio di Ronnie, simpatico cicciottello che è un po' la trasposizione dello spettatore medio in un mondo così scolpito, il resto del film è, per dirla alla Ian Malcolm, una montagna di m*rda.
Molte delle scene più comiche o delle battute più riuscite sono state confinate ai titoli di coda. Alcune di quelle che comparivano nei primi trailer sono poi state inspiegabilmente tagliate. La sensazione è che il film sia un po' come quell'amico che vuole farvi ridere a tutti i costi e, sia che ottenga una timida sghignazzata o il silenzio totale, continuerà inutilmente nella sua gag, esagerandola e rendendosi insopportabile. Quasi ogni scena in Baywatch è tirata troppo per le lunghe, come quella di Ronnie che in seguito a un'erezione rimane incastrato in un lettino. È una roba indegna perfino del peggior cinepanettone mai realizzato dai Fratelli Vanzina. Ho seriamente pensato che uscissero fuori dalla sabbia ad aiutarlo Enrico Brignano o Christian De Sica in stile Aldo in Tre Uomini E Una Gamba, piuttosto che The Rock e una tettona.

Chiedo scusa a Kelly Rohrbach, ma è questo che rappresenta nel film, così come la più abbottonata Alexandra Daddario. Ed ecco un altro problema di Baywatch: ad eccezione di The Rock e Zac Efron, gli altri personaggi, specialmente quelli femminili, sono poco più che figurine. Anche la villain interpretata da Priyanka Chopra non ha il benché minimo spessore, infarcita com'è di cliché. Senza contare che Zac Efron, a cui viene dato grande risalto, ha la verve comica di un comodino.
Le cose che potevano funzionare meglio per rendere più “godibile” in ottica coatta il film, ovvero gli slow motion e la colonna sonora, sono usate in maniera a dir poco scellerata, considerando che non c'è quasi un momento di Baywatch senza musica rap e dubstep sparata a cannone e gente che corre in slow motion.
Se il troppo in un film trash spesso non stroppia, è pur vero che c'è sempre un limite da rispettare per poter funzionare al meglio. Baywatch lo ha superato nettamente e anche se ora subirò le ire del futuro presidente USA, The Rock, che sta blastando tutti i critici che hanno stroncato il film, io per questo fine settimana vi consiglio di fare una gita al mare piuttosto che al cinema.
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