HyperX Pulsefire FPS - recensione
Ai più, forse il nome HyperX, marchio della divisione gaming di Kingston, non dirà nulla. Il loro catalogo di periferiche era limitato alle cuffie da gioco. Oggi HyperX lancia il suo primo mouse, il Pulsefire FPS, ossia ciò che vi andiamo a illustrare in questa recensione. A livello di design, il Pulsefire FPS presenta un'elevata pulizia delle linee e l'assenza di inutili fronzoli, come è nello stile di HyperX, basato meno su particolari di minore importanza e più attento alle specifiche tecniche, nonostante non sfrutti niente di innovativo a livello tecnologico.
Il suo cuore pulsante è costituito dal collaudato PixArt PMW 3310, non più al top tra i sensori ottici presenti sul mercato, ma in pratica sempre in grado di offrire un'elevata qualità di tracciamento ed una risoluzione programmabile a diversi livelli. Lo stesso discorso si può fare anche per i microswitch di fabbricazione Omron, dalla durata dichiarata di venti milioni di click e con un collegamento USB con polling a 1000Hz.
La confezione del Pulsefire FPS presenta un package con accese note rosse e qualche descrizione utile a classificare meglio il prodotto che ci troviamo di fronte, con il retro che include un report sul resto delle specifiche tecniche. L'interno, decisamente raffinato, è foderato in cartone e plastica, ma a livello di bundle offre praticamente nulla, oltre al prodotto s'intende.

Gardol
brutto.