Rugby 18 – Hands On
Un'ora di rugby al giorno non toglie il medico di torno, anzi, lo attira. Per mia fortuna qui alla Gamescom il rugby è solo virtuale e me lo presentano i ragazzi francesi di EKO Software nella persona del production director, Jean-Georges Levieux. Memore dei precedenti rugby giocati negli ultimi anni, non mi aspettavo nulla di che e sono stato ben felice di ricredermi appena visto il menu di Rugby 18, completo di modalità come nessun rugby virtuale mai fu! Campionato e partita veloce, ma soprattutto carriera (con importanti aspetti manageriali), Weekly Challenge e My Squad sono tutte modalità che dimostrano che quando ci sono i soldi (per gli sviluppatori) è possibile produrre qualcosa di buono (per i giocatori), anche se si tratta di rugby. Grafica più che accettabile e licenze ufficiali per diversi campionati (Top 14 e D2 francesi, oltre alla Premiership inglese quelli disponibili al momento, ma ne arriveranno altri) completano un quadretto introduttivo di tutto rispetto, che esplode in un florilegio di soddisfazioni appena Jean-Georges mi dice che si potrà giocare anche online.
Difficile è giusto!
Il rugby è sport e nello sport vince il più forte. Come si fa a diventarlo, forti, in Rugby 18? La semplicità della risposta è inversamente proporzionale alla difficoltà del gioco: ci vuole tempo. Bisogna conoscere le regole, prima di tutto, e poi anche la strategia e la tattica del gioco reale. Poi ci si può provare, consapevoli che il sistema di controllo richiederà tante partite per venire capito. Jean-Georges, parlando della mischia chiusa, mi racconta che molte complicazioni sono state tolte, che è stata semplificata… e io non oso pensare cosa fosse prima. Con le due levette analogiche devo seguire un puntatore che si muove attorno alla mischia, mentre studio la disposizione della difesa (l'introduzione in mischia è mia) e ragiono su come attaccarla. Troppe cose tutte insieme per un uomo solo e infatti perdo la mischia e mi trovo a fronteggiare un attacco capace di aggredirmi con linee di corsa efficaci. “Cerchio, premi cerchio,” mi grida Jean-Georges, “per placcare premi cerchio”. Lo faccio, funziona e si crea subito una ruck, da affrontare portando uomini a spingere. Quindi ancora cerchio, questa volta accompagnato dal movimento dello stick sinistro per aumentare la forza d'impatto dei giocatori coinvolti.
Tempo al tempo
L'Intelligenza Artificiale fa delle cose strane, tipo passare l'ovale in attacco quando proprio non si fa, e Jean-Georges è lesto nel cogliere il mio sguardo critico e precisare che “sull'I.A. ci stiamo ancora lavorando, ma non è facile”. Effetto farfalla lo imbecco io, “esatto, tocchi una cosa qui e se ne rompe una di là” conferma Jean-Georges. Rugby 18 sarà pronto per la fine di ottobre e lo potremo giocare su PlayStation 4, Xbox One e PC. In senso assoluto mi è sembrato un gioco interessante e onesto nella sua difficoltà bestiale. Il senso assoluto, però, qui non conta, perché il rugby è una cosa per pochi e buoni.
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