EA: una retromarcia che non si vedeva da anni - editoriale
Una retromarcia così, specialmente quando arriva da un'azienda di peso, è sempre importante e ha un effetto sull'intera industria. Per trovarne un'altra di questa portata tornerei indietro fino al 2013 quando Microsoft decise di abbandonare la sua idea sull'usato, che aveva causato grande malumore fra i giocatori, relativa alla sua allora nuova console, Xbox One. La decisione di Electronic Arts di togliere ogni forma di microtransazione da Star Wars: Battlefront II ha una caduta significativa e va considerata sotto diversi aspetti.
Innanzitutto il rapporto con il pubblico. Perché da questa decisione emerge che siano i giocatori, a conti fatti, ad avere l'ultima parola: sono coloro che pagano, che spendono e che quindi - evidentemente - hanno il potere di cambiare le sorti di una produzione. La situazione era diventata incredibilmente ostile: per Electronic Arts proseguire con la propria politica in quella forma avrebbe significato mettere a rischio una produzione su cui ha scommesso tanto. E che, bisogna considerare anche questa ipotesi, avrebbe potuto anche influenzare l'immagine di un prodotto di punta di Disney a poche settimane di distanza da un importante lancio come quello di Star Wars: Gli Ultimi Jedi.
A dirla tutta una prima retromarcia c'era già stata relativamente al prezzo per sbloccare eroi come Luke Skywalker e Darth Vader, giudicato inizialmente troppo alto (60.000 crediti). Electronic Arts, pochi giorni prima del lancio nei negozi, aveva abbassato il loro prezzo per venire incontro agli utenti che, ovviamente, volevano impersonare alcuni dei protagonisti assoluti del franchise.
