Due pad e un divano - editoriale
Eravamo in otto, in due stanze separate. Il programma era il solito: Halo 3, modalità cattura la bandiera e la desertica Sandtrap. Due Xbox 360 collegate in system link, quattro giocatori per console. Era più o meno il 2009, quando questo succedeva. Oggi, nel 2017, il gioco in locale è ormai una rarità. Non è una caratteristica vicina all'estinzione, ma senz'altro è sempre più difficile trovare un gioco da affrontare "due pad e un divano".
A meno di non sbirciare nel catalogo di Nintendo (Super Mario, Mario Kart, Super Smash Bros. e Mario Party gli esempi più popolari) per ritrovare quel tipo di esperienza. Gli insulti goliardici, le patatine sul tavolo e le grida da una stanza all'altra.
Non sono qui per fare il "vecchio", né per gridare alle nuvole. Giocare online è comodo, veloce, immediato e garantisce la possibilità di unire comunità che poche generazioni di console fa (che alla fine sono la nostra unità di misura del tempo) erano molto distanti tra loro. È solo curiosamente anacronistico che più le console sono diventate performanti e più si sono perse funzioni basilari, come appunto la possibilità di giocare in schermo condiviso fino a quattro giocatori. Quando va bene, come in Gears of War 4 oppure Resident Evil: Revelations 2, c'è la possibilità di giocare con lo schermo condiviso, ma fino a due giocatori. Anche un franchise classico come Doom ha messo da parte ogni velleità cooperativa (anche online).
