RUGBY 18 – Recensione
Se potessimo definire calciocentrica una nazione, l'Italia rientrerebbe sicuramente all'interno di questa espressione. La recente delusione per il mancato accesso ai Mondiali è sicuramente un indicatore di questo legame affettivo, ma negli ultimi anni sport definiti minori (anche se non potrebbe esserci definizione più pressapochista) stanno emergendo e attirando fan, come ad esempio il rugby.

La Terra è rotonda ovale
Se pensiamo a uno sport come il rugby la prima definizione che ci viene in mente è “quello sport con la palla ovale”, che non molto si discosta dal significato letterale del nome. Quello che molti non sanno è che in Italia questo particolare sport, in cui 15 uomini per squadra non se le mandano a dire per riuscire a fare meta, ha un suo campionato dal 1929. Nonostante la storia, le figure non proprio eccelse al torneo Sei Nazioni, uno tra i più importanti di questa disciplina, non hanno mai fatto sì che la passione dei tifosi italiani per il rugby esplodesse veramente.
Questa doverosa premessa ci permette di capire che l'opera di Bigben Interactive ed Eko Software è, almeno in terra nostrana, dedicata a un pubblico di nicchia e non ha la stessa risonanza dell'ennesimo FIFA o persino di un NBA 2K, e proprio per questo dovrà essere il più fedele possibile allo sport per fare breccia nei cuori degli appassionati.
Un tentativo, a ben vedere, era già stato fatto tre anni fa, quando HB Studios proponeva su PlayStation 3 uno dei peggiori simulatori sportivi di sempre. Proprio questo grande insuccesso ha spinto il producer a cambiare, affidandosi al team francese già responsabile di Handball 17 nella speranza di riuscire a soddisfare il palato fine dei fan.
RUGBY 18 si presenta quindi come il simulatore più completo di questo sport, mettendo fin da subito in chiaro che Bigben si è profusa in uno sforzo enorme, riuscendo ad aggiudicarsi la maggior parte delle licenze ufficiali per quello che riguarda squadre, tornei e giocatori.

Fango e ossa rotte
Se avete una minima conoscenza del rugby, vedere su schermo i vari tornei come il Pro 12, la Premiership e il già citato Sei Nazioni e poter scegliere di giocare con il nostro amato team italiano oppure optare per gli indomabili e celeberrimi All Blacks vi strapperà sicuramente più di un sorriso.
Avviando per la prima volta il gioco, ci verrà proposto di giocare una partita introduttiva volta a farci comprendere le meccaniche del titolo; tutorial strano, in effetti, quello proposto, dato che spiegherà solo le funzioni principali sorvolando su alcuni comandi che sarà il giocatore a dover scoprire.
Quello che colpisce fin da subito è la curiosa scelta di telecamera (non modificabile) fatta dal team. Per favorire il posizionamento in campo e la scelta dei giocatori per i contrasti, per il ruck e per i passaggi, infatti, la visuale sarà non laterale ma frontale. Non potremo quindi vedere la nostra linea di meta ma solo quella dell'avversario, rendendo quindi abbastanza complicato capire l'effettivo posizionamento della squadra. Superate le perplessità iniziali ci caliamo nella mischia cercando di difendere la palla dagli avversari e di arrivare in meta, per riuscire a vincere la nostra prima partita di rugby.
