Psychedelica of the Black Butterfly – Recensione
Uno dei motivi del successo di PlayStation Vita in Giappone (e probabilmente del suo fallimento nel resto del mondo) sono le visual novel, storie interattive dotate di scelte e finali multipli. Quella che andiamo ad analizzare oggi è Psychedelica of the Black Butterfly, opera pubblicata da Aksys Games nonché primo tassello della Summer of Mistery.

Parla come mangi
Psychedelica of the Black Butterfly offre una storia relativamente semplice e parte con uno dei cliché più classici delle visual novel: la protagonista si risveglierà infatti da un lungo sonno scoprendo di aver perso la memoria. Ben presto la giovane, della quale potremo inizialmente decidere nome e cognome, scoprirà di essere intrappolata all'interno di una magione in compagnia di altri esseri umani anch'essi senza alcun ricordo di quello che è il loro passato. Sulla porta delle loro camere però qualcuno ha lasciato scritto un nomignolo per ognuno di essi.
Questa figura misteriosa che si fa chiamare Master of the Manor non si è limitata a dare un soprannome ai prigionieri, ma li ha dotati di un cellulare tramite il quale fornisce loro indizi e indicazioni per trovare i pezzi di un caleidoscopio dalle funzionalità misteriose. Tramite un dipanarsi di eventi del quale non vi sveliamo troppo così da non rovinarvi l'avventura, Beniyuri, questo il soprannome della ragazza, e compagni sveleranno il mistero che si cela dietro alla magione e soprattutto proveranno a recuperare i loro ricordi perduti, senza dimenticarsi dell'amore.

Frammenti e farfalle
Dopo una prima serie di dialoghi che ci introdurranno alla storia narrata da Psychedelica of the Black Butterfly, scopriremo nostro malgrado che per recuperare i frammenti del caleidoscopio sarà necessario combattere contro delle terribili creature simili a capre, sfortunati esseri rimasti vittime della maledizione della villa. Il combattimento è solo metaforico ma fin dalle prime battute il titolo introduce un concetto atipico per le visual novel; di tanto in tanto ci troveremo a dover completare un minigioco di caccia alle farfalle nel quale dovremo creare delle combo usando il touch screen di PlayStation Vita oppure sfruttando la levetta analogica.
Nulla di trascendentale, sia chiaro, ma si tratta comunque di un piacevole intermezzo che spezza la consueta e massiccia mole di dialoghi in lingua anglosassone che ci narreranno la trama di gioco, senza contare che chi non fosse interessato o si stuferà della meccanica potrà abbandonare la sfida e proseguire senza conseguenze. Quale che sia la vostra scelta, vi accorgerete che la presenza di questa prova manuale non sarà l'unico elemento inusuale di questo titolo, dato che la narrazione si focalizzerà più sulla trama che sul romance.

