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Avengers Endgame - recensione

Cosa si può dire di un film del quale non si deve dire quasi niente, per rispettare le aspettative di quegli spettatori che in questi mesi si sono messi d'impegno per evitare trailer, articoli, gossip, leaks, per arrivare con vergine stupore davanti al grande schermo, su cui si consuma la fine di una lunga saga come quella degli Avengers? Possiamo dire che per noi Endgame è stato molte cose, è stato appassionante, emozionante, esaltante, struggente. Ma sono solo aggettivi, per evitare di raccontare una storia complessa, una sceneggiatura articolata (scritta da Christopher Markus e Stephen McFeely), che ha reso la rivincita degli eroi contro Thanos qualcosa di più, tanta amarezza, e impotenza e frustrazione.



Con meno mazzate e più sostanza, molta interazione emotiva fra e con i personaggi, meno battutine e più discorsi di umana concretezza, in un andirivieni fra passato e presente avvincente. E un continuo susseguirsi di ritorni di personaggi e luoghi emozionante, in un incastro continuo con gli altri capitoli. Va detto che il tutto richiede uno spettatore ben preparato, per essere apprezzato in pieno, in tutti i suoi risvolti.



Nell'attesa di Avengers Endgame, più che chiederci come sarebbe andata finire la guerra contro Thanos, ci interrogavamo chi ci sarebbe stato restituito, dei molti scomparsi in Infinity War. Siamo più felici adesso che abbiamo le risposte? Non è detto, perché per chi torna ci sarà chi se ne andrà, e per sempre. Nel mezzo avremo grandi eventi e grandi sentimenti, lealtà e inganno, e viaggi, nello spazio e nel tempo, lotte epiche ed estenuanti, e ritrovamenti e abbandoni, amici per la vita e nemici per la morte. E amore, e mogli e figli. Alla fine dei titoli di coda, solo un suono, un lontano martellìo metallico.



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24 aprile 2019 alle 10:20