Il vuoto nei videogiochi: mondi strani e meravigliosi - editoriale
I mondi dei videogiochi sono come delle facciate e, a volte, si riesce ad intravedere cosa c'è oltre. Da poco, mentre esploravo uno degli intricati livelli di Dusk, in qualche modo sono riuscito ad infilarmi nelle fessure e mi sono ritrovato dall'altra parte del divisorio invisibile che mantiene l'illusione di uno spazio logico. Ero entrato in un mondo fatto di architettura infranta che sfidava le leggi della gravità, e proprio lì, nel bel mezzo del livello di gioco, avevo aperto un abisso che rivelava un enorme vuoto grigio sotto i miei piedi. Poco distante, ho visto per terra un messaggio esasperato: “NON DOVRESTI ESSERE QUI, VA' VIA”.
Chiunque abbia trascorso molto tempo a giocare, avrà da raccontare le proprie storie di scoperta di spazi delimitati dietro gli spazi. Conosciamo tutti quella strana sensazione di attraversare il pavimento e finire in un vuoto senza fondo, il tutto mentre il livello che stiamo esplorando si allontana nel distante etere sopra di noi, una minuscola isola a sé stante, un minuscolo puntino che svanisce nel vuoto digitale.
Si tratta soprattutto di errori e glitch ma, dopotutto, se gli sviluppatori non volessero farci contemplare l'abisso, il vuoto non sarebbe un topos così popolare nei videogiochi. Sembra che qualsiasi gioco fantasy che si rispetti offra ai suoi giocatori un tour nel vuoto. C'è L'Oblio dei giochi di Dishonored (abbiamo approfondito l'argomento qui), c'è l'Oblio della serie di Dragon Age e il Regno tra i Regni dell'ultimo God of War. Anche Divinity: Original Sin 2 e Pillars of Eternity 2: Deadfire ci fanno immergere i piedi nel grande nulla. Questi sono tutti spazi metafisici abitati o associati a dèi e spiriti, all'aldilà e, soprattutto, alle origini e agli atti di creazione. Sono luoghi scomposti e senza tempo, che esistono nel mezzo od oltre il convenzionale concetto di spazio-tempo e sono accessibili solo tramite percorsi speciali che lacerano il velo della realtà: sogni, visioni, rituali, morte o magia.
