Carrion - prova
Uno dei tanti meriti dei The Game Awards è stato di aver posto l'attenzione su alcuni giochi indie piuttosto interessanti. Uno dei più promettenti è stato Carrion, un metroidvania a tinte horror che strizza l'occhio al cinema di John Carpenter e alle pellicole sci-fi degli anni 50.
Una volta tanto però passeremo dall'altra parte della barricata e vestiremo i panni del nemico, ossia della minaccia aliena. In realtà parlare di "panni" non è del tutto esatto, in quanto protagonista del gioco è un'entità che ha la forma di un blob dai tentacoli appiccicosi. È rimasto imprigionato per tanto tempo in un laboratorio ma appena ne ha l'occasione esce fuori e ha iniziato a tinteggiare di rosso le pareti.
Gli sviluppatori del team polacco Phobia Studio (un nome che è tutto un programma) hanno definito Carrion un "reverse horror" e la definizione appare calzante in quanto questa volta il giocatore non è chiamato a guardarsi le spalle e le viscere da una minaccia che si cela nel buio: dovrà invece preoccuparsi di fare più vittime possibili usando artigli, denti e tutte le armi organiche che possiede.
