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Capone - recensione

Ci sono personaggi che restano cristallizzati nell'immaginario collettivo in certo momento della loro vita, per certe azioni e frasi a loro attribuite. Se pensiamo a un gangster come Al Capone, è passato alla storia per la strage di San Valentino e per essere stato il primo malavitoso a essere incastrato grazie a motivi fiscali, in assenza delle prove per condannarlo per i numerosi, feroci delitti commessi.



Molti lungometraggi hanno raccontato la sua carriera, dal film del '59 con Rod Steiger a 'Il massacro del giorno di San Valentino', in cui era interpretato da Jason Robards. Ma per la maggior parte di noi Capone è inchiodato nella memoria con le fattezze di Robert De Niro, mentre sibila all'agente Ness " sei solo chiacchiere e distintivo" nel film 'Gli Intoccabili' di Brian De Palma.



Potrà quindi spiazzare ritrovarselo ben diverso nel film Capone, scritto e diretto da Josh Trank, che ricordiamo per il bell'esordio con Chronicle, in cui riscriveva una storia di eroi dotati di poteri speciali che in realtà erano tre ragazzi più vicini allo spirito di Stephen King che ai personaggi Marvel o DC, una storia che declinava con originalità il disagio e l'incomunicabilità degli adolescenti rispetto ai propri simili e al mondo degli adulti. Meno riuscita la sua visione dei Fantastici 4 nel film del 2015.



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8 ottobre 2020 alle 10:10