Night Stalker: caccia a un serial killer - recensione
Per nostra fortuna la figura del serial killer appartiene ai paesi anglosassoni. Di pluriomicidi certo ce ne sono stati anche in Europa e nei paesi dell'Est (il famoso Andrei Čhikatilo in Russia) e in Oriente pure, a vedere alcuni film, ma lì si fa meno pubblicità.
Tanti quanti negli USA però, da nessun'altra parte. L'argomento ha attirato l'attenzione di scrittori e registi, e moltissimi libri e film e serie TV si sono interessate al fenomeno. Inutile rifare un elenco che va dai romanzi di James Ellroy o Jeffrey Deaver, a film come Manhunter o Il silenzio degli innocenti o alla serie Mindhunter, che ne mette in scena parecchi, di killer, nella loro interazione da prigionieri con gli inventori della moderna profilazione.
Ne abbiamo visti così tanti da pensarli come figure quasi astratte dalla realtà, talvolta quasi affascinanti come Hannibal Lecter. Nella vita vera, invece, quando sono stati catturati erano spesso individui inquietanti, ben poco attraenti. Ai due estremi possiamo mettere Harry Lee Lucas, narrato nella serie Netflix The Confession Killer, un subumano quasi sdentato, e l'affabile e attraente Ted Bundy (a lui sono stati dedicati sei film e due miniserie).
