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King's Heir: Rise to the Throne – Recensione

King's Heir: Rise to the Throne è il nuovo puzzle game griffato Artifex Mundi. Il videogioco narra le avventure di due cavalieri reali, Edmund e Randall Ulmer, che vengono incastrati e accusati di aver complottato contro la corona, motivo per cui intraprenderemo un lungo cammino per scoprire i più reconditi misteri del regno nella speranza di far cadere tutte le accuse sui due protagonisti, così da sottrarre il castello ormai caduto nelle mani della malvagia regina.



Il Signore degli Enigmi



Durante la nostra avventura, ogni azione, combattimento e a volte anche i dialoghi dovranno essere risolti tramite enigmi, indovinelli o estenuanti ricerche di un pezzo mancante a un determinato puzzle da svolgere per passare alla fase successiva. King's Heir: Rise to the Throne è molto vicino a un punta e clicca e ruoterà intorno alla risoluzione degli enigmi che ci si presenteranno davanti. Molti di essi risulteranno semplici e chiari, pronti a essere risolti in una manciata di secondi, per altri invece ci toccherà fermarci un momento per riflettere sul da farsi o addirittura tornare indietro di qualche scena per trovare il tassello mancante.



La narrazione in King's Heir: Rise to the Throne è esilarante e frenetica. Il background si presenta sorprendentemente ricco, i personaggi sono multistrato e tutti affascinanti. Le scene con oggetti nascosti sono divertenti, offrendo colpi di scena creativi e una perfetta integrazione nella trama. Gli enigmi sono anche fedeli al tema del videogioco e possono essere notevolmente complessi, aumentando il grado di sfida per tutti gli amanti del genere.



King's Heir: Rise to the Throne, nonostante la natura da puzzle game, avrà la sua componente bellica, contro altri personaggi che incontreremo durante la nostra risalita al trono. Anche questi, ovviamente, si svolgeranno a colpi di sequenze di facile comprensione. Per essere precisi, parliamo di tre giochini da completare prima di mandare a tappeto il nostro avversario.



I difetti del titolo però non tarderanno a mostrarsi. L'essere un puzzle game non giustifica gli estenuanti e lunghissimi enigmi, che ci obbligheranno al backtracking e a rivedere scene o posti che avevamo già abbandonato nella speranza di aver risolto tutto. In generale l'esperienza di gioco poteva essere calibrata decisamente meglio. Molte volte ci ritroveremo con l'inventario completamente vuoto, al punto tale da costringerci a chiedere aiuto alla cosiddetta “corona degli aiuti”, ma altre volte avremo l'inventario così pieno da perdere addirittura di vista gli oggetti più importanti di una determinata zona.

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23 gennaio 2021 alle 12:10

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