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Wonder Woman 1984 - recensione

Nota: questo articolo contiene un riassunto della trama, non di più di quanto mostrato nei trailer. E i commenti e il conseguente giudizio non sono rubricabili come spoiler.



È risaputo che un eccesso di aspettativa espone maggiormente al rischio di delusioni. Ma che si resti delusi quando le aspettative sono bassissime o addirittura nulle, è sconfortante. E dunque siamo qui tristemente a parlare di Wonder Woman 1984, ingiustificato secondo capitolo realizzato solo per raschiare un barile che poteva essere sfruttato molto meglio. E il il risultato è incredibile.



L'inevitabile prologo ci mostra la piccola Diana (attrice davvero piccola, anche di statura), alle prese con una delle solite prove formative imposte dalla severa educazione delle Amazzoni. Dai primi decenni del secolo scorso, dove era ambientato il capitolo precedente, ci spostiamo quindi nel 1984, anno in cui Diana è impiegata come esperta d'arte allo Smithsonian. Dovrà scontarsi con due nuovi avversari: uno è Maxwell Lord, un ometto d'affari a livello di televendita che si trova fortuitamente nella posizione di fare il salto di qualità, diventando l'uomo più potente della Terra.



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28 gennaio 2021 alle 10:00