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Glittering Sword – Recensione

Il team di ChiliDog Interactive, piccolo studio indipendente che ha recentemente portato su PlayStation Caves and Castles: Underworld, fa fare ai giocatori un tuffo nel passato con Glittering Sword, un action d'altri tempi che abbiamo recensito per voi.



Senza macchia e senza paura



Vi hanno mai raccontato una di quelle fiabe medievali tanto care alla Disney, in cui la bella principessa viene rapita e sta all'impavido cavaliere salvarla? Bene, perché in questo caso non avete bisogno di sapere nulla riguardo alla striminzita trama di Glittering Sword. Un cavaliere, innamorato e senza nome, si vede sottrarre la propria amata da un malvagio stregone: dovrà quindi affrontare una serie di temibili mostri per salvarla.



Non aspettatevi risvolti sconcertanti oppure una narrazione degna del miglior Tolkien, perché Glittering Sword non utilizza nemmeno i testi a schermo. Ogni spiegazione avviene mediante scene animate con la grafica del gioco oppure con semplici cartelli che indicano ad esempio gli obiettivi oppure i punti d'interesse. La scelta, per quanto minimal, lascia davvero troppo all'immaginazione del giocatore e alla lunga risulta quasi frustrante, nonostante il gameplay sia davvero ridotto all'osso.



Trappole mortali



Glittering Sword offre una proposta davvero striminzita: cinque capitoli composti da una manciata di livelli ciascuno, in cui superare una serie di ostacoli, mostri e ovviamente minacciosi boss. L'intera sfida può essere completata in sole due ore, una quantità di tempo risibile che ai più porterà alla mente i migliori prodotti targati Ratalaika Games.



L'opera di ChiliDog ha in comune anche altro con i titoli della casa spagnola, come ad esempio una grafica compassata in stile retro che mette i giocatori al centro di schermi fissi, mostrati con visuale top-down, in cui ci si potrà muovere senza limitazioni se non gli ostacoli ambientali. Qui sarà necessario uccidere i mostri presenti a colpi di spada e attivare leve oppure raccogliere cristalli per sbloccare l'accesso all'area successiva, una sfida tutt'altro che complicata da portare a termine.



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Mazzate medievali



Glittering Sword, nonostante le premesse fatte sul PlayStation Store che anticipano svariati riferimenti ai classici action adventure degli anni Novanta, è un titolo di una banalità disarmante: la descrizione sommaria che abbiamo fatto delle sfide che attendono il giocatore è in realtà tristemente approfondita. In ognuno dei mondi, tutti incredibilmente simili tra loro, ci si trova a superare enigmi ambientali schivando frecce o trappole, per completare le interazioni richieste ad aprire la porta verso l'area successiva.



Con i boss non va meglio, visto che tutti e cinque avranno lo stesso identico pattern d'attacco e che per la maggior parte del tempo subiranno passivamente i nostri attacchi, cadendo come mosche sotto i colpi della spada dell'eroe senza nome. La vera difficoltà del gioco risiede invece nella legnosità dei suoi comandi: l'imprecisione delle hit box e dei movimenti causerà spesso morti indesiderate e obbligherà a ricominciare da capo interi schemi.



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Gira su PlayStation One?



Sfortunatamente nessun elemento di Glittering Sword è degno di nota, tanto che l'opera di ChiliDog sembra un'applicazione gratuita per cellulare piuttosto che un videogioco pubblicato su PlayStation 4. La grafica si limita al minimo sindacale, proponendo una paletta di colori triste basata su sfumature tetre di grigio e verde, con cui vengono spennellate ambientazioni piatte e mostri dal design sciapo.



Nemmeno la colonna sonora regala alcun tipo di sussulto, tanto che al termine della campagna ci si ritroverà a interrogarsi se i lamenti dei nemici e i colpi di spada fossero inframezzati da qualche traccia musicale. Un all you can eat di mediocrità, in cui tra le altre cose non esistono alternative alla campagna: nessuna modalità cooperativa, niente segreti o sfide aggiuntive né tanto meno un selettore di difficoltà. Tutto si limita alla storia, una volta terminata potrete consolarvi con l'unica attrattiva del gioco, i trofei.



Trofeisticamente parlando: una sfida per contadini



L'unico punto a favore di Glittering Sword è la semplicità e generosità della sua lista trofei: ventuno coppe, tra cui spiccano le dieci d'argento, le otto d'oro e un succulento Platino sbloccabile senza alcuna fatica in un paio d'ore. Vista l'assenza di collezionabili o sfide aggiuntive, sarà sufficiente completare l'avventura uccidendo qualche mostro qua e là.




L'articolo Glittering Sword – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.

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28 dicembre 2021 alle 17:00