Beat Souls – Recensione Speedrun
Diventate maestri del ritmo con Beat Souls, protagonista della nostra nuova recensione Speedrun. Il titolo di eastasiasoft e ZOO Corporation fa fare ai giocatori un salto nel passato e li porta in un mondo in cui il tempismo è la chiave del successo.
Quattro ballerine per un giocatore
Le varie generazioni di videogiochi hanno sempre avuto una serie di opere dedicate alla musica. Da Dance Dance Revolution, passando per Singstar e arrivando fino al mitico Just Dance, divenuto un vero e proprio oggetto di culto, i prodotti che sfidano le nostre abilità ritmiche sono davvero tanti.
Anche nel recente passato (con opere come Songbird Symphony) non sono mancati sul mercato titoli musicali, dunque in questo senso Beat Souls non è esattamente una novità. Il titolo di ZOO Corporation non vanta nemmeno una trama esageratamente arzigogolata: nei panni di quattro eroine si affrontano una serie di livelli cercando di sconfiggere dei nemici.
Mikoto, Mei, NeNe e Rinko sono le ragazze selezionabili, realizzate con uno stile chibi che trasuda Giappone da tutti i pori. Ognuna di queste vanta uno specifico set di livelli da affrontare, nei quali seguire il ritmo e colpire a tempo una serie di note. A frapporsi tra una melodia perfetta e il fallimento troviamo numerosi ostacoli chiamati pittorescamente Noises (ossia rumori). Colpiteli e la stamina del personaggio si ridurrà, portandovi al game over qualora arrivasse a zero.
Tutto molto semplice sulla carta, se non fosse che proseguendo con i livelli verranno introdotte nuove meccaniche, in grado di aumentare la curva di difficoltà. Nonostante questo, Beat Souls non si rivela mai una sfida esagerata, anzi: la maggior parte dei livelli sono completabili senza sforzi in una manciata di minuti.
Dov'è la mia chitarra?
A livello di gameplay, Beat Souls ricorderà fin da subito ai fan della musica il mitico Guitar Hero. L'eroina è infatti bloccata a fondo schermo e può muoversi orizzontalmente su una griglia che ricorda da vicinissimo il board del gioco di RedOctane.
Dalla cima del piano, su cui si erge il nemico di turno, cadranno note e insidie. Le prime sono quelle a cui dovremo mirare, cercando di allineare gli spiriti ai due lati del personaggi con esse. Sfruttando i tasti dorsali è possibile spostare le anime su un solo lato. Con quelli frontali è invece possibile (nei livelli avanzati) saltare e cambiare colore per farlo combaciare con quello delle note.
Tutto è molto basilare e ben spiegato nel tutorial iniziale, che permette di prendere confidenza con il gioco. In ogni caso, Beat Souls non rappresenta mai una sfida esagerata, tanto che i primi livelli scorreranno via senza che nemmeno ve ne accorgiate. Il titolo risulta comunque divertente, anche se a tratti un po' monotono. Il cambio di stile legato al personaggio aiuta a spezzare la noia, anche se purtroppo il vero problema sono le tracce musicali.
Sembra ironico che un rhythm game non dia il massimo come soundtrack, ma quanto elaborato da DJ math-cow (Raven sky) non riesce a coinvolgere il giocatore. Discreta la grafica chibi, anche se l'esagerata quantità di colori neon alla lunga potrebbe dar fastidio ai giocatori più sensibili.
Molto buona, anche in relazione al prezzo del gioco, la longevità. Completare Alle ore necessarie per completare la campagna di ogni personaggi si aggiunge infatti anche la Hell Mode, modalità in cui cercare di resistere più a lungo possibile. Qui la stamina è sostituita dalla Excite Gauge, esaurita la quale sarà game over.
Trofeisticamente parlando: salta, scomba, platina
Anche i meno pratici di rhythm game possono sbloccare senza fatica il Platino di Beat Souls. Basta questa affermazione per far capire che la lista trofei del gioco non nasconde alcun tipo d'insidia. Ci sono molte azioni da ripetere nel tempo, tutte sostanzialmente legate alla storia. Sfidate dieci volte ogni personaggio, ottenete combo perfette e raccogliete note e oggetti. Tutto molto lineare, per un Platino che può essere ottenuto in un'oretta circa d'intensa passione musicale.
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