Forgive Me Father: L'FPS raccomandato da Lovecraft
Negli ultimi tempi stiamo assistendo ad un profondo rigurgito di FPS della vecchia scuola, contraddistinti da grafiche retro condite da colori sparatissimi. Una miriade di sviluppatori indie si sono sbizzarriti per realizzare giochi folli e velocissimi, capaci di far schizzare l'adrenalina oltre i livelli di guardia ma soprattutto... violenti e tinti di un bel rosso sangue. Roba da far impallidire il buon Frankie Hi-NRG MC e i suoi “nasi bianchi come Fruit of the Loom che diventano più rossi d'un livello di Doom” (credo si riferisse ad altro… ndSS).
L'ultimo esponente di questa nouvelle vague si chiama Forgive Me Father e al sangue di cui sopra aggiunge una generosissima dose di atmosfere dark/horror chiaramente ispirate agli scritti di Howard Phillips Lovecraft. A differenza di titoli come The Sinking City e Call Of Cthulhu, qui non esiste una premessa narrativa: verrete immediatamente proiettati all'interno di una tetra magione abitata da non morti. Neanche il tempo di gridare “wow, what a mansion” e il vostro personaggio, un prete più abile coi proiettili che con l'aspersorio, si ritroverà cacciato dai morti viventi.
Un'orda di mostri famelici fa subito capire l'impronta del gioco, il cui livello di difficoltà è fin da subito tarato verso quote piuttosto alte. Questo non è Doom, qui non avrete proiettili in avanzo, anzi dovrete cercare di piazzarne il più possibile sui bersagli che mireranno alla vostra carne. I nemici standard non si muovono molto velocemente ma sopperiscono a questa mancanza di agilità con il numero.
