El Gancho – Recensione Speedrun
Avete presente quei videogiochi piratati venduti ai mercatini dell'usato? Quelli con le copertine farlocche fatte palesemente per acchiappare il bambino ignaro e desideroso di giocare, che so, Pokémon su PlayStation e che poi si ritrova con uno sparatutto in prima persona? El Gancho potrebbe essere esattamente questo, solo un po' fuori tempo. Tralasciando la stupida introduzione, chi scrive in realtà è rimasto incuriosito da El Gancho sin dal suo trailer di lancio: un giochino retrò in cui impersoni una strana creatura armata di rampino? Spassoso dalle premesse e anche dall'aspetto estetico, ma nell'esecuzione decisamente meno.
In una galassia anche troppo lontana
Ambientato nell'universo dello shoot ‘em up Task Force Kampas, El Gancho ci mette nei panni di un coco, una sorta di coccodrillo e dinosauro antropomorfo, intento a salvare il pianeta Cocodu invaso dall'impero Pogovon. Alla ricerca di una fonte di potere illimitato tra le specie della galassia, i Pogovon sono arrivati a scoprire l'inesauribile felicità dei coco, escogitando piani malvagi per rubare quella felicità e usarla per alimentare le loro armi.
Si tratta, niente più, niente meno, di una premessa da una toccata e fuga, in quanto la narrativa non viene mai più ripresa dopo la title screen. Non che ce ne fosse bisogno, in effetti. Senza sapere come e perché, tuttavia, muoveremo la nostra creaturina simil-Agumon in giro per i livelli, saltando da una piattaforma all'altra e affidandoci al nostro invincibile rampino laser.
L'idea dietro El Gancho è sicuramente simpatica e puramente arcade, ma l'idea da sola non è abbastanza per renderlo gradevole. Escluse le battaglie boss, i livelli – è bene precisarlo – sono tutti generati proceduralmente. Ma raramente abbiamo visto mappe procedurali generate così male.
No Coco's Sky
Le piattaforme sono strane, molte volte estremamente piccole e difficili da raggiungere, gli stage sono inutilmente grandi e vuoti e i collezionabili – che poi sbloccano i livelli successivi – sono posizionati in maniera assolutamente illogica. Si va da un opposto all'altro; certe volte dovremo esplorare in lungo e in largo un livello per trovare gli oggetti chiave, al punto che un livello potrebbe durare addirittura una decina di minuti – o molto di più se ancora non familiari con le meccaniche del rampino. Altre volte, invece, quasi tutti gli oggetti saranno ammassati davanti a noi all'inizio dello stage.
Anche se resta simpatica la possibilità di scegliere un personaggio diverso a inizio partita, questi differenziati dalle abilità speciali e da un accessorio indossato dallo sprite, El Gancho non riesce proprio a convincere nel suo gameplay. Tutta l'esperienza ruota attorno al sistema del rampino, al dove agganciarsi e con quanto slancio per cercare di scalare le piattaforme ed eliminare i nemici. Meccanica interessante, se non fosse sviluppata come un gioco in Flash. Tremenda anche la mappatura dei comandi: per saltare bisognerà premere il tasto L1 e per usare abilità e altre azioni si useranno i trigger, e già questo basta per immaginare i crampi alle mani.
Simpatico musicalmente, nonostante ci siano giusto un paio di tracce in tutto il gioco, e anche esteticamente accattivante per un fan della pixel art old school. E' tutto il resto, però, ad averci lasciati a bocca asciutta. Il character design, insieme a quello dei nemici, è pessimo, e le ambientazioni per nulla ispirate, ridondanti e inconcludenti. Graficamente un “mid-tier” come gioco da cabinato anni Ottanta.
Trofeisticamente parlando: quasi un auto-pop
La sfida più grande dietro il Platino di El Gancho, come si evince dal resto della recensione, è familiarizzare con i controlli e sopportare i crampi alle mani. Fortunatamente tutto ciò che si svolge nel gioco resta cumulabile anche a partita persa e riavviata, rendendoci di fatto possibile ottenere tutti i trofei anche nel primo livello. Bisognerà essenzialmente portare a casa tremila punti in uno stage, mangiare quattrocento dolcetti, eliminare sessanta mostri e saltare trecento volte. That's it, un platino facile facile – doppia coppa se avete PlayStation 5.
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