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Playdate: un affascinante enigma da risolvere

Le console portatili sono il modo migliore di godersi i videogiochi, secondo alcuni: prendono i giochi e li rendono liberi da qualsiasi vincolo. Ti incaricano di trovare nuovi modi per inserirli nella tua vita, nelle tue giornate, nel tuo intricato viaggio attraverso il mondo. Possedere Nintendo Switch, ad esempio, si traduce nella possibilità di giocare a Mario sul divano o seduto a letto ma anche sotto un albero al parco, in un posto vicino al finestrino sull'autobus o in un treno mentre fuori gli alberi e le città si susseguono. È Mario in coda per un gelato o in attesa di una risonanza magnetica. È Mario infilato nello zaino, ovunque vogliate portarlo!



Libertà di vagare, dunque! E c'è anche una peculiare libertà nel design. Alle portatili è permesso di essere stravaganti, perché sono oggetti - l'indizio è nel nome- da portare con sé ed è bello poter sfoggiare cose curiose, di tanto in tanto. Forse questo è il motivo per cui le console portatili sono il luogo in cui i progettisti di hardware normalmente impiegano touchscreen posteriori, o due schermi collegati tramite cerniera e uno stilo; dove una cartuccia può contenere un piccolo motore di vibrazione o un sensore di luce per sfruttare il Sole per combattere schiere di vampiri digitali. Il Playdate, con cui abbiamo passato le ultime due settimane, ha una manovella! Sì, ha proprio una manovella.



Eppure, molto prima che ci venisse consegnato Playdate e la sua manovella, una parte di noi aveva già capito che ogni portatile è, prima di ogni altra cosa, un enigma da risolvere. Un enigma adorabile, giocoso, affascinante. In cosa brilla particolarmente questa nuova console? Cosa la rende singolare? Dove prende veramente vita? Qual è, in definitiva, la sua intenzione? Eppure quello che non avevamo capito fino all'avvento di Playdate è che risolvere questo enigma può richiedere settimane e può essere, in effetti, un gioco a sé stante.



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24 aprile 2022 alle 17:30