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Bones of Halloween – Recensione Speedrun

In attesa della notte più spaventosa dell'anno abbiamo realizzato la recensione Speedrun di Bones of Halloween. Il publisher Ratalaika Games e il piccolo team (anche nel nome) di Petite Games propongono uno sparatutto in prima persona decisamente particolare. Zucche scheletriche vogliono infatti scartarci la testa come se fosse una caramella. Per difendersi, l'unico modo è quello d'imbracciare le armi e fare fuoco.



Dal campo alla tomba



Qualcosa di davvero strano sta accadendo nella nebbiosa foresta in cui siamo capitati, apparentemente per errore. Non si tratta solo di una radura, ma bensì di un terrificante cimitero. Il lugubre luogo si sta però per trasformare da area adibita al riposo eterno a un vero e proprio campo di battaglia. Per colpa di un non meglio precisato evento, una serie di scheletri si stanno rialzando dalle loro tombe.



Come se non bastasse, i non morti si ritrovano in testa una zucca di Halloween e, mossi dal desiderio di nutrirsi delle nostre carni, iniziano a inseguirci. Le armi a loro disposizione sono varie: si passa dalle spade ai raggi laser, arrivando fino a macchine lancia scariche elettriche. Questo è lo stranissimo e per certi versi insensato incipit di Bones of Halloween, titolo che fin da subito mette in chiaro una cosa. La trama non è l'elemento portante del gioco, quindi dimenticatevela. Senza alcun tipo d'introduzione si viene infatti gettati nel menu principale, in cui scegliere tra la modalità principale e una serie di sfide.



La prima chicca di quest'opera che, ve lo anticipiamo, farà paura per i motivi sbagliati è la voce che spiega come giocare. Selezionandola vi aspettereste una radiografia del pad per conoscere i comandi, oppure una spiegazione scritta. Niente di tutto questo: vi verrà infatti spiegato che l'obiettivo del gioco è di abbattere le zucche con le vostre armi. Il tutto va fatto cercando di rimanere in vita il più a lungo possibile contro ondate infinite di mostri. Fine, nessun altra indicazione. Fortunatamente, gli esperti di FPS metabolizzeranno velocemente i comandi di gioco. Grilletti per sparare e cambiare arma, levetta sinistra per muoversi e destra per la mira. Il team ha anche inserito un (inutile) tasto per saltare ma non uno per mirare con precisione. Decisioni scellerate, che si ripercuotono su un gameplay tutt'altro che affascinante.



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Ti riduco una purea



Pur dividendosi in varie modalità, lo scopo di Bones of Halloween è sempre lo stesso. In una mappa che non cambia mai, bisogna eliminare quanti più nemici possibile. I giocatori partono con una semplice pistola dai colpi infiniti e accumulano denaro con le uccisioni per comprare armi e munizioni sparse per la mappa. Si possono equipaggiare fino a tre strumenti di morte aggiuntivi, dotati di un numero limitato di colpi. Una volta finiti è possibile gettare l'arma o sperare di trovare munizioni. I cliché del genere ci sono tutti: il mitragliatore, il lanciarazzi e il fucile a colpo singolo.



Dopo un certo numero di uccisioni si sbloccherà anche, in certe modalità, un tarocco che fornirà un bonus o un malus casuale. Proposta interessante, se non fosse che il 90% delle volte si riceverà una condizione negativa. Al netto di questo, tutto ricorda una versione triste e compassata della famosa modalità Zombie di Call of Duty. Ad aggravare il tutto troviamo un sistema di puntamento progettato all'inferno e delle hitbox che farebbero uscire dai gangheri anche il Papa. La cosa peggiore resta comunque l'acquisto delle armi: bisognerà mirare in un punto specifico per far apparire la scritta di acquisto. Senza quella niente arma. Di base non sarebbe un problema: peccato solo ci siano zucche a fiotti pronte a ucciderci.



I nemici sono un'altra nota dolente del gioco. Tutti uguali, con cinque varianti legate alle armi da loro utilizzate. Abbatterle non genera alcuna soddisfazione e nessun effetto, se non una fontana di monetine da raccogliere. Uguali sono anche le modalità, se non per piccole modifiche. Giocando in Arcade non si sbloccheranno i tarocchi, in modalità Money Dripper si perderà denaro con il tempo e così via. Anche le sfide saranno banalissime: si va da comprare un'arma all'abbattimento di un certo numero di nemici. Niente che possa mai davvero stimolare il giocatore o offire contenuti che non annoino dopo meno di mezz'ora.



Persino la grafica e la colonna sonora sono piatte e monotone. Effetti pressoché inesistenti, tracce banali e la già citata presenza di una sola mappa. Non parliamo poi della realizzazione tecnica che è paragonabile a giochi (brutti) usciti sulla cara, vecchia PlayStation 2. Le armi non hanno rinculo e sparano tutte allo stesso modo. Che sia un bazooka o una pistola, non aspettatevi reazioni dal protagonista. Le esplosioni sono grottesche, i modelli poligonali dei mostri deprimenti. La cosa più agghiacciante (per dirla alla Antonio Conte) resta comunque l'assenza di una mano a reggere le armi. L'immagine impietosa della pistola fluttuante non uscirà più dalla nostra mente. Si salva qualcosa, in tutto questo? Forse solo l'idea di base, straziata però da tanti, troppi errori di concetto.



Trofeisticamente parlando: mezz'ora tra le zucche



L'aspetto senza dubbio più interessante di Bones of Halloween è nascosto nella sua lista trofei. Dodici coppe d'oro e un Platino, sbloccabili in circa un quarto d'ora. Affrontate le prime sfide della modalità Challenge (davvero semplicissime) e ottenete uno specifico punteggio nelle modalità Classic, Arcade, Money Dripper e Explosive. Per arrivare alla desiderata coppa blu potrete persino sorvolare sulla modalità Hardcore, rendendo questa lista una vera passeggiata di salute. Se non altro, si tratta di un gradito modo di addolcirci.




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31 ottobre 2022 alle 09:10