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Survivor – Castaway Island – Recensione

Survivor è una delle serie TV più famose al mondo, in cui degli aspiranti naufraghi sono lasciati su di un'isola inospitale a provvedere autonomamente alla loro sopravvivenza. I modi per riuscirci sono chiaramente basilari e rudimentali, ma anche nelle versioni italiane del programma c'è sempre stata una discreta capacità di adattamento da parte dei concorrenti. Magic Pockets ha quindi colto la palla al balzo e cercato di portare la stessa esperienza su console, con Survivor – Castaway Island, titolo che abbiamo provato per realizzare la nostra recensione. Com'è andata? Beh insomma, diciamo che siamo sopravvissuti…



Solo e contro tutti



Il concetto basilare del gioco è piuttosto semplice: ci sono due squadre di sei persone, una contro l'altra, che devono vincere delle sfide e garantirsi sufficienti provviste e risorse per la sopravvivenza giorno dopo giorno. Chi sarà migliore avrà una quantità maggiore di cibo a disposizione per potersi saziare e, di conseguenza, più energia per affrontare i giorni successivi.



All'inizio del gioco potremo scegliere chi interpretare, a scelta tra uno dei dodici concorrenti che partecipano al reality. Di fatto però uno vale l'altro, dato che non cambia assolutamente nulla né a livello sociale né a livello di abilità. A questo punto saremo introdotti alla prima sfida e da lì potremo successivamente muoverci sull'isola per poter provvedere alla raccolta di acqua, legna, alla pesca e via dicendo. Man mano che le risorse saranno raccolte passerà il tempo, durante il quale potremo anche dedicarci solamente alla tessitura di relazioni sociali con gli altri NPC presenti sul'isola. Starà a noi scegliere come impiegare il nostro personaggio.



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Parla che ti passa



Quello che più colpisce è la scarsità generale di tempo, il quale va accuratamente ottimizzato per riuscire a ottenere il massimo da ogni situazione. Inoltre, ogni azione consuma una percentuale della barra di energia (che parte dal 100%), rendendo necessario fare delle scelte ponderate.



Un aspetto, almeno in modalità giocatore singolo, che ci ha lasciamo basiti è che gli NPC, che dovrebbero aiutarci oppure ostacolarci nei compiti, risultano sostanzialmente inutili ai fini del gameplay. Questi non provvederanno quasi a nulla, nemmeno al'accensione del fuoco, ma preferiranno bighellonare e perdere tempo quando saremo noi a produrre tutto il necessario.



Interessante che, come nella realtà, siano state implementate le funzioni sociali, medianti le quali stringere amicizie, fare confidenze e concludere alleanze strategiche. Peccato però che la gestione delle relazioni non sia stata fatta nel migliore dei modi. Ci è capitato infatti di trovarci traditi da tutti, nonostante le amicizie e i patti siglati, portandoci ad avere più domande che risposte sul nostro operato.



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Gameplay “vintage”



Il gameplay del gioco è assolutamente inadeguato per le console di moderna generazione. Si tratta di un titolo evidentemente nato per dispositivi mobili, come gli smartphone, che non supportano né la potenza né la capacità delle console PlayStation. Vedendo quello che certi sviluppatori sono riusciti a ottenere dall'hardware di PlayStation 4 (come Guerrilla con Horizon Forbidden West), vecchio di ormai 10 anni, possiamo affermare in totale sicurezza che Survivor – Castaway Island sia un prodotto di scarsissima qualità generale.



I mini giochi che compongono il titolo sono di discreta qualità, ma il fatto che siano evidentemente realizzati per essere anche troppo semplici e risolvibili mediante la pressione di tasti in sequenza lascia più dubbi che certezze, portando a chiedersi quale sia il senso della cosa. Il gioco è quindi basato sulla capacità di coordinazione dito-occhio invece che su altre abilità che il giocatore potrebbe avere, portando facilmente a perdere interesse e a catalogare il gioco come troppo semplicistico.



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Un prodotto trasandato



La qualità grafica è, come per quanto riguarda il gameplay, davvero bassa: l'inquadratura della telecamera è improbabile, così come modelli poligonali che sembrano risalire alla fine degli anni 2000. I comandi sono rigidi, legnosi, la raccolta della legna o dell'acqua si basa inspiegabilmente sulla pressione di un tasto nel momento corretto, mentre un cursore si muove all'interno di una barra. Se può essere una trovata discreta (seppur poco logica) nelle prime fasi di gioco, questo fa capire la pochezza del gameplay a lungo andare.



L'unico aspetto positivo, forse, è in modalità locale multiplayer, in cui anche dei casual gamer che non hanno mai preso in mano un pad possono avvicinarsi alla vita da sopravvissuti, ma questa estrema semplificazione porta al rafforzamento dell'idea di un gioco studiato più per un pubblico di giovanissimi (che saranno poco attirati dal tema) che per giocatori navigati.



A conti fatti, quindi, Survivor – Castaway Island pur avendo delle premesse iniziali che potrebbero sostenere e supportare un gioco molto interessante, getta tutto alle ortiche in nome di una accessibilità non richiesta e troppo banalizzata. Meccaniche più curate e una maggior qualità tecnica avrebbero potuto consegnare agli appassionati di sopravvivenza un titolo più che valido. Così invece resta la sensazione di un'occasione persa.



Il Platino di Survivor – Castaway Island



Niente Platino per Survivor – Castaway Island, purtroppo. Il gioco infatti possiede solo una manciata di trofei che accompagneranno l'avventura durante le varie sfide che verranno affrontate, ma questo porterà solamente a raccogliere sette trofei di bronzo, tre d'argento e uno d'oro. Per riuscirci sarà necessario effettuare azioni di gioco come accendere un fuoco o dormire, oltre a sopravvivere e vincere tutte le stagioni. Nulla di troppo impegnativo, ma servirà capire bene come fare date le numerose variabili in gioco.




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15 ottobre 2023 alle 17:10