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L'INCIDENTE IN BICICLETTA di Joyce Carol Oates: recensione

È appena uscito in Italia per il Saggiatore il racconto della pluripremiata autrice americana Joyce Carol Oates, intitolato L'incidente in bicicletta.



In un centinaio di pagine la magistrale autrice riesce a ritrarre tutte le crepe di una famiglia borghese, in un racconto ricco di dettagli, oscuri presagi e incomprensioni malcelate, che si legge tutto d'un fiato.



Trama



A volte il silenzio nasconde dolori impossibili da esprimere a parole, come quello che in un pomeriggio di fine giugno squarcia la serenità della famiglia Hansen. Nel mezzo di una festa in giardino, Arlette scopre che sua figlia tredicenne ha rischiato di morire a tre chilometri da casa, senza che nessuno si accorgesse della sua assenza. L'incidente in bicicletta di Evie diventa un punto di svolta che porta alla luce i nervi scoperti dell'ansia materna, del senso di colpa e dell'inattesa fragilità di ciò che reputiamo più stabile e sicuro. Ma qual è il vero incidente di cui Evie proprio non riesce a parlare?



“UNA FEMMINA è IL SUO CORPO, QUESTO è IL PROBLEMA. uN UOMO è IL SUO CERVELLO E QUELLO CHE RIESCE A FARCI, MA UNA FEMMINA è SOLO… è, E BASTA. LA GENTE LA GUARDA E IN UN SECONDO LA GIUDICA”.

Recensione



L'autrice Joyce Carol Oates nel corso della sua vita ha pubblicato un gran numero di opere, tra novelle, romanzi, saggi e memoir. Questo suo racconto, uscito per la prima volta lo scorso anno per il New Yorker, si può dire che sia la summa delle tematiche affrontate dall'autrice nei suoi testi: le famiglie borghesi, i rapporti fatti di apparenza, l'incomunicabilità, la violenza e l'orrore che si celano dietro l'apparente normalità.



E ordinaria appare anche la famiglia Hansen, in un assolato pomeriggio di giugno, intenta a organizzare un ricevimento all'aperto. Arlette è una moglie devota e madre di tre figli: Evie, Roy e Billy. Ha organizzato lei stessa questa festa in onore del fidanzamento della povera nipote orfana… un gesto così generoso. Ha pensato a tutto: al cibo rigorosamente fatto in casa, agli allestimenti (gentilmente offerti dal ricco amico Rob Nash), a cosa indossare, al numero degli invitati… tutto deve essere perfetto, per superare lo scrutinio ineluttabile di amici e parenti. Il marito Kevin è in giardino con i bambini ad allestire, mentre sua figlia Evie la aiuta (controvoglia) in cucina. Ma in un attimo, senza alcun preavviso, l'evento organizzato così ossessivamente tracolla.



“In quel modo, all'improvviso, le loro vite erano state mozzate in due. Come con un colpo di mannaia”.



Un ingranaggio di quella vita così normale, così perbene, si ingrippa. La figlia Evie, senza che nessuno si fosse accorto della sua assenza, rimane infatti coinvolta in un grave incidente in bicicletta. Una disgrazia che finirà per far deragliare la vita dell'intera famiglia. Ciò che stupisce però, è la prima reazione di Arlette, turbata più per il fatto che la figlia si fosse allontanata senza dirle nulla, piuttosto che per le sue gravi condizioni: “Come hai potuto sgattaiolare via senza dirmi niente?”.



“Dentro l'ambulanza ho visto l'anima volarmi via dalla bocca come fumo. Dentro l'ambulanza l'anima mi è tornata nel corpo, ma non era più la stessa”.



La ragazzina però, scampata per un pelo alla morte, si scopre trasformata da quell'incidente: si chiude in se stessa e diventa volgare, sfrontata, persino aggressiva con chiunque la circondi. Arlette la assiste giorno e notte, illudendosi di ritrovare con la figlia un rapporto ormai perduto. Evie infatti è piena di rancore e di rabbia, ma incapace di comunicare i propri sentimenti. E questo disagio della giovane, totalmente incompreso o volutamente ignorato dai genitori, non farà altro che crescere col tempo.



L'autrice semina con maestria gli indizi per comprendere il perché della trasformazione di Evie. Il sospetto immediato è che dietro all'incidente in bicicletta si nasconda un altro incidente, qualcosa di oscuro e terribile che Joyce Carol Oates mai rivela, ma che il lettore intuisce. Qualcosa che determinerà tutta la vita di Evie e distruggerà completamente i rapporti fondati sull'apparenza dei membri della famiglia.



“Ero morta a quel punto e non ero tua figlia. La corda si era rotta, non l'hai mai capito”.



Il racconto si conclude con un ultimo incontro tra Evie e Arlette, ormai anziana e malata. Un finale struggente, nel quale Evie compie un gesto, o per meglio dire uno sfregio, simbolo della grande ferita patita da ragazzina e che la madre, nella sua cecità, non è stata mai in grado di riconoscere.



Potete trovare questo racconto imperdibile QUI.



L'Autrice



Joyce Carol Oates (Lockport, 1938) è una scrittrice americana. Ha vinto il National Book Award ed è stata più volte finalista al premio Pulitzer. Dal 1978 al 2014 ha insegnato Scrittura creativa alla Princeton University. Per il Saggiatore sono usciti La ballata di John Reddy Heart (2010), Zombie (2015), Jack deve morire (2016), Il collezionista di bambole (2018), Acqua nera (2020), la quadrilogia Epopea americana (Il giardino delle delizie, I ricchi, loro e Il paese delle meraviglie; 2017), Una famiglia americana (2023) e i saggi Ai limiti dell'impossibile (2019) e Nuovo cielo, nuova terra (2021).

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17 dicembre 2024 alle 10:20