The Stone of Madness – Recensione
L'Inquisizione, la corruzione della Chiesa, follia, violenza; date questi elementi in mano a The Game Kitchen e riceverete sicuramente un nuovo Blasphemous. Invece no, poiché lo studio spagnolo ha voluto tentare un differente approccio con un titolo differente. The Stone of Madness vi catapulterà in Spagna durante l'Inquisizione, intrappolati in un monastero che racchiude segreti raccapriccianti. Visuale isometrica, meccaniche stealth e strategia in tempo reale metteranno a dura prova il giocatore e i protagonisti. Riuscirete a scappare senza perdere la testa?
Ritiro spirituale
Come già anticipato poc'anzi, The Stone of Madness è un titolo oscuro, ricco di misteri da svelare, proprio figlio della mente di The Game Kitchen. Nel gioco vestiremo i panni di cinque personaggi, un insolito gruppo di persone pronte a fuggire dalla prigionia del monastero che fa da sfondo ai fatti del gioco. Inizierà tutto con Padre Alfredo, intrappolato a causa della sua capacità di leggere tra le righe e aver capito che in quel posto c'è qualcosa che non torna. Seguendo la pista di una giovane ragazza torturata e imprigionata, Alfredo conoscerà gli altri protagonisti: Edoardo, Agnes, Leonora e Amelia, ognuno motivato in un modo o nell'altro a fuggire.
Seguita la pista della ragazza torturata, i cinque capiranno che c'è ben altro di celato all'interno delle mura del monastero. Qualcosa che li porterà ad affrontare faccia a faccia la follia più pura e le loro più profonde paure. Superato il prologo, inoltre, il giocatore verrà messo davanti ad una scelta che sarà anche la strada da percorrere nel gameplay. Dei fatti avvenuti, prenderete la via breve e cercherete di raccontare tutto alla Chiesa, sperando in un aiuto per riportare alla normalità la vita nel monastero, o deciderete di indagare ancora più a fondo nei segreti del monastero e fuggire cercando di distruggere tutto lungo il cammino?
Fatta la scelta, il gioco prenderà dunque due strade differenti che sta al giocatore battere fino ad arrivare al sorprendente finale. Da tenere in considerazione, inoltre, l'assenza della lingua italiana.

Prison Break
No, The Stone of Madness non è ambientata nel carcere di Fox River. Con un po' di fantasia si può però ricondurre il monastero ad una sorta di prigione. L'obiettivo primario del titolo sarà, infatti, quello di riuscire a fuggire insieme al vostro gruppo di compagni, senza lasciare nessuno indietro.
Il gameplay sarà quello di uno strategico in tempo reale, con una fortissima componente stealth e piccolissime fasi gestionali, tutto condito con una fantastica visuale isometrica. Controllando i vostri cinque personaggi, dovrete indagare le varie sezioni del monastero con tanto di pericoli in agguato come guardie, trappole e spiriti maligni pronti ad assalirvi. Ad aggiungere ulteriore difficoltà ci saranno le fobie dei protagonisti. Per esempio Alfredo avrà, comprensibilmente, paura dei cadaveri, Edoardo del buio, Leonora del fuoco e così via. Ogni personaggio avrà anche le sue peculiarità, utilizzabili appunto durante il gioco.
Prima di ogni fase esplorativa, il gruppo si riunirà in uno spazio sconosciuto alle guardie, e lì il giocatore potrà gestire il team, per esempio craftando oggetti, curando le ferite, facendo diminuire il grado di sospetto e alleviare la psicosi altrui. Iniziata la fase esplorativa si avrà tempo fino al tramonto per girare per il monastero, di notte potrete decidere di esplorare ancora a vostro rischio e pericolo o tornare in cella e ricominciare. Non è detto che ogni giorno dobbiate riuscire a fare qualcosa, proprio come l'evasione da una prigione, il vostro obiettivo è capire ogni volta come muovervi al meglio e organizzare poi la fuga finale.
Dal punto di vista della strategia The Stone of Madness risulta divertente, con le fasi stealth ben congegnate e che sicuramente faranno impazzire gli amanti del genere. L'unica nota a sfavore è dettata da piccoli problemi tecnici come l'interazione con alcuni oggetti o l'interruzione non del tutto immediata delle azioni se si sta per essere scoperti. Inoltre, purtroppo, è da tenere nota l'altissima possibilità di sentire come se non si stesse avanzando nel gioco, facendo risultare tutto abbastanza monotono a lungo andare.

È un po' lugubre quaggiù
The Stone of Madness, oltre che ad un gameplay ben congegnato, presenta anche un fantastico comparto artistico. Gli sviluppatori ammettono di essersi ispirati a Francisco Goya per la parte visiva, con cutscene che sembrano un vero e proprio film animato.
Nelle fasi giocate, tutto risulta fluidissimo, con una fantastica cura nei dettagli delle ambientazioni e negli sprite dei personaggi. Giocando si ha la sensazione di star guardando un film animato con fasi interattive con un design accattivante. Ad accompagnare tutto troviamo anche una fantastica colonna sonora, che avvolgerà il tutto facendovi entrare totalmente tra le mura marce di corruzione e non solo del monastero.
Indubbiamente The Stone of Madness è una grande prova di The Game Kitchen che si sposta dal genere metroidvania già vagliato da Blasphemous, portando un'esperienza nuova ai giocatori. Il titolo non è esente da difetti e la scelta di creare un videogioco strategico sicuramente non catturerà l'attenzione di molti, ma se siete amanti del videogiochi sicuramente va data una possibilità al titolo, che siamo certi vi sorprenderà!

The Stone of Madness e il suo Platino
Eccoci alla sezione più amata dai nostri lettori. L'elenco dei trofei di The Stone of Madness non sarà una vera e propria passeggiata, anche dal fatto che il gioco vi chiederà di essere giocato almeno due volte seguendo entrambi i percorsi narrativi. Oltre ai trofei storia, inoltre, ci saranno i trofei dedicati al potenziamento dei personaggi, che nello specifico vi chiederanno di potenziare al massimo i personaggi singolarmente durante una delle campagne. Per finire i vari trofei di miscellanea, con azioni da compiere ed esplorazione. Alla fine, insieme alla fuga dal monastero, porterete con voi anche una fantastica coppa di Platino. DING!
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